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Giovedì, 28 Marzo 2024
Ambiente Olbia-Tempio

Tempio Pausania, la "città dell'acqua" dove l'acqua non è potabile da un anno

Dal 25 gennaio 2016 un'ordinanza vieta l’utilizzo dell’acqua che sgorga dai rubinetti di case, negozi, bar a causa della presenza di metalli pesanti superiori alle soglie consentite dalla legge. La situazione si è fatta ormai insostenibile per i cittadini di quello che sulla carta è ancora un capoluogo di Provincia e paradossalmente noto in tutta la Sardegna come "la città dell’acqua". Il Comitato Civico Essere Cittadini protesta da tempo e chiede interventi rapidi

E' passato un anno, un intero anno. A Tempio Pausania dal 25 gennaio 2016 un'ordinanza vieta l’utilizzo dell’acqua che sgorga dai rubinetti di case, negozi, bar ed attività commerciali in genere, a causa della presenza di metalli pesanti (Alluminio, Ferro, Manganese) superiori alle soglie consentite dalla legge.

La situazione si è fatta ormai insostenibile per i cittadini di quello che sulla carta è ancora un capoluogo di Provincia e paradossalmente è noto in tutta la Sardegna come “la città dell’acqua”.

I tempiesi sono costretti ad approvvigionarsi d’acqua presso le pubbliche fontane o ad acquistarla presso i supermercati che, con il perdurare di tale situazione, fanno affari d’oro. 

Un comitato non ci sta e da tempo denuncia una realtà "da terzo mondo". Il Comitato Civico “Essere Cittadini” chiede al Sindaco Andrea Biancareddu che si attivi  in maniera finalmente decisa e intransigente in tutte le sedi, comprese quelle giudiziarie, qualora se ne ravvisassero i motivi, affinché questa situazione, che ha oggettivamente dell’incredibile, veda la fine e che dai rubinetti delle famiglie tempiesi torni a sgorgare finalmente acqua potabile.

L’utilizzo dell’acqua di rete, spesso torbida e scura, oggi come oggi è consentito solo per l’igiene personale e della casa e non può essere bevuta né introdotta negli alimenti, in quanto può essere causa di seri problemi alla salute.

"Convivere con una tale situazione - fanno sapere dal Comitato Civico - non è più tollerabile, anche perché le cause della non-potabilità sono note da tempo e le stesse sono esclusivamente riconducibili alla vetustà delle tubazioni e alla mancata manutenzione straordinaria degli acquedotti.  La storia rasenta il paradosso da quando poco tempo fa il Comitato ha scoperto che la nuova rete idrica, posata circa 10 anni or sono nel centro cittadino, in un periodo precedente alla nascita di  Abbanoa, giace sotto terra inutilizzata per mancanza degli allacci  terminali con le utenze finali, mai effettuati".

"Il tutto - continuano dal Comitato - nella pressoché totale indifferenza dell’Amministrazione, che inutilmente temporeggia, capace di fare causa all’Ente Gestore solo per ottenere la riduzione delle tariffe per le utenze pubbliche; e, dispiace dirlo,  nella colpevole inerzia di gran parte della popolazione che, probabilmente rassegnata a questo stato di cose, si limita a pretendere da Abbanoa solo bollette rivedute e corrette, come se il diritto ad avere acqua potabile fosse oramai un miraggio e non una condizione imprescindibile del vivere civile. Responsabile di tutto ciò resta comunque Abbanoa che, pur avendo la scusante di aver ereditato una situazione certamente non ideale da parte del precedente gestore locale, non ha saputo dare nel corso dell’anno trascorso la dovuta priorità alla questione, nonostante svariate rassicurazioni in merito" concludono dal comitato.

L'acqua è un bene primario e il diritto all’acqua potabile di qualità e ai servizi igienico-sanitari deve essere garantito senza interruzioni: a Tempio la pazienza l'hanno finita già da un pezzo.

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