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Venerdì, 29 Marzo 2024
Ambiente

Ambiente, 3 paradisi italiani ora sono patrimonio di tutti

L’Appennino Tosco-Emiliano, il Delta del Po e il sito Alpi Ledrensi e Judicaria sono stati iscritti nel registro delle riserve Unesco. "Il riconoscimento pervenuto da Parigi mi riempie di orgoglio e conferma la bontà dell’azione di salvaguardia dell’ambiente avviata dal governo italiano”, commenta il ministro Galletti

Massimo riconoscimento per tre siti naturalistici italiani: sono stati iscritti nel prestigioso network mondiale delle riserve Unesco. Si tratta dell’Appennino Tosco-Emiliano, del Delta del Po (quest’ultimo sul confine fra Veneto e Emilia Romagna) e del sito Alpi Ledrensi e Judicaria che si estende dalle Dolomiti di Brenta al Lago di Garda nella Provincia di Trento. Lo ha deciso, all'unanimità, il Consiglio internazionale di coordinamento dell’Unesco, nell’ambito del programma “Uomo e Biosfera” (MAB). 

“E’ la prima volta, in quarant’anni, che l’Italia ottiene un risultato così importante a livello internazionale in ambito ambientale” ha dichiarato il ministro dell’Ambiente Gianluca Galletti. “L’Unesco, iscrivendo 3 nuovi siti nella lista delle eccellenze naturalistiche”, ha proseguito il Ministro, “evidenzia la straordinaria biodiversità e ricchezza di paesaggi del nostro Paese e, al tempo stesso, riconosce la capacità delle comunità locali di saper trovare il giusto equilibrio fra uomo e natura, valorizzando l’insieme delle risorse umane, naturali, culturali, paesaggistiche e produttive presenti sul territorio. Per l’Unesco, infatti, questi 3 siti naturalistici sono esempi emblematici di sviluppo sostenibile, sapendo offrire al mondo intero l’esemplarità di un percorso di crescita economica e turistica rispettosa dell’ecosistema e della biodiversità. Il riconoscimento pervenuto da Parigi mi riempie di orgoglio e conferma la bontà dell’azione di salvaguardia dell’ambiente avviata dal governo italiano”. “Alla mia gioia di Ministro”, ha proseguito Galletti, “si unisce la mia gioia di emiliano per il risultato raggiunto dal mio territorio: sono doppiamente felice, doppiamente orgoglioso”.

Emilia Romagna. Grande soddisfazione anche del presidente del Parco Nazionale Tosco-Emiliano, Fausto Giovanelli, del direttore Giuseppe Vignali, l'assessore regionale alle Politiche ambientali della Regione Emilia Romagna Paola Gazzolo, e di tutti la delegazione. Il presidente Giovanelli intervenendo a Parigi ha dichiarato: "A nome dell'Appennino Tosco Emiliano e dei sindaci dei 38 Comuni dell'area - sei dei quali sono qui a rappresentare la gente dei nostri paesi - voglio esprimere gratitudine al Comitato internazionale del Programma Mab (Man and the biosphere), al Segretariato UNESCO e al Ministero dell'Ambiente italiano, qui rappresentato dal viceministro Barbara Degani e dall'ambasciatrice Vincenza Lo Monaco. Per il Parco Nazionale e per tutto il territorio dell'Appennino Tosco Emiliano l'appartenenza alla Rete MaB rappresenta un punto d'arrivo e un successo; si accresce così il valore del lavoro e dell'intelligenza di generazioni, dei nostri genitori, dei nostri nonni e delle persone che investono il proprio impegno sull'Appennino".

I tre siti patrimonio Unesco

Il sito Alpi Ledrensi e Judicaria. Sono quarantasette mila gli ettari di territorio trentino ora Riserva della Biosfera Unesco. Si estendono dalla Alpi di Ledro alle Giudicarie esteriori: dai 63 metri di altitudine del lago di Garda ai 3.173 della cima Tosa nel cuore delle Dolomiti di Brenta già patrimonio dell’umanità. L’area trentina divenuta Riserva della Biosfera Unesco è abitata da 16mila persone residenti in 11 Comuni: Bleggio Superiore, Bondone, Comano Terme, Dorsino, Fiavè, Ledro, Riva del Garda, San Lorenzo in Banale, Stenico, Storo e Tenno. In questo territorio l’uso del suolo è destinato a boschi e prati per l’89,6 per cento, per scopi agricoli l’8,6 per cento, con destinazione urbana 1,8 per cento. Un’area con più di 800 aziende agricole, zootecniche (bovini e ovicaprini) e apistiche, con sedici consorzi cooperativi, con usi civici secolari (ASUC) in tutti i Comuni e con 203 associazioni di volontariato. Un territorio che ha una vocazione turistica specifica, che può contare su 28.000 posti letto in strutture di medie e piccole dimensioni. Una carta d’identità, quella della Riserva della Biosfera UNESCO Alpi ledrensi e Judicaria , che vanta luoghi di interesse culturale fra i più belli del Trentino con 5 castelli, 2 musei, 2 case del Parco, 3 dei Borghi più belli d’Italia, 2 siti archeologi già patrimonio dell’umanità, tante piccole e grandi chiese affrescate, 5 rifugi, 4 itinerari di visita a Riserve Naturali, senza contare i laghi, le cascate, le forre e i tanti chilometri di sentieri che si snodano in un territorio tutto da scoprire anche per gli stessi Trentini. Un’area vocata alla pratica di diverse discipline sportive, dall’escursionismo al mountainbike, dalla vela all’arrampicata, dal canyoning al windsurf. Una carta d’identità che si fregia di 1 Parco Naturale (Adamello Brenta), 11 Siti Natura 2000 (SIC/ZPS), 6 Riserve Naturali che si estendono sul 34 per cento dell’intera superficie. Un territorio che produce olio del Garda Trentino DOP, la Spressa delle Giudicarie DOP, ciuiga del Banale presidio Slow Food, la carne salada di Tenno, le patate del Lomaso, le noci del Bleggio, i marroni di Pranzo, la farina di mais di Storo, nonché vini e distillati. L’area candidata al programma MaB con la denominazione “Alpi Ledrensi e Judicaria: dalle Dolomiti al Garda” è l’habitat di oltre 1600 specie di flora, 33 delle quali sono endemiche cioè con una distribuzione estremamente limitata. Si contano 149 specie di fauna protette, fra cui l’orso bruno, il lupo e la lince. 

"Ringrazio i membri dell’ICC (International Coordinating Council) per aver premiato il valore del nostro territorio e l’impegno della Provincia autonoma e degli altri 20 soggetti proponenti nel conseguire questo riconoscimento. Per raggiungerlo abbiamo superato difficoltà e alcune incomprensioni con una parte della cittadinanza, che poi abbiamo coinvolto anche grazie ad un lavoro intenso di informazione e partecipazione. Per noi è un riconoscimento pieno di significato; non lo intendiamo come un altro bollino di certificazione ma, piuttosto, come un riconoscimento vero per la secolare gestione attenta e equilibrata del nostro territorio, dove uomo e natura da secoli convivono e si sostentano a vicenda; è uno stimolo a migliorare ancora nella strategia di sviluppo sostenibile, favorendo l’integrazione della conservazione attiva della biodiversità con le politiche economiche, in particolare il turismo e l’agricoltura. Anche attraverso la ricerca e l’educazione. Siamo orgogliosi di aver portato il nostro territorio nella Rete Mondiale delle Riserve della Biosfera, e assicuro il nostro impegno a collaborare con le altre Riserve per lo sviluppo del network", ha dichiarato l'assessore all'ambiente del Trentino Mauro Gilmozzi.

Le 3 candidature erano state presentate all’Unesco il 30 settembre 2014, dopo un lungo negoziato. Con queste nuove iscrizioni sono 13 le riserve italiane nella lista dell’Unesco. Dopo 10 anni di sostanziale assenza dell’Italia in tale consesso internazionale ben 5 riserve sono state iscritte negli ultimi 3 anni, e 6 di quelle già presenti hanno rinnovato il proprio impegno con una estensione del proprio territorio.

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