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Martedì, 16 Aprile 2024
Ambiente Italia

Discariche piene in due anni, mentre al Sud è già emergenza: "Uno tsunami di rifiuti"

Dove metteremo le 135 milioni di tonnellate di rifiuti speciali e le circa 30 milioni di tonnellate di rifiuti urbani? Il rapporto di Fise Assoambiente

"Entro due anni le discariche saranno sature in tutto il Paese". È il preoccupante dato che emerge dal Report 2019 presentato da Fise Assoambiente.

"In Italia si producono ogni anno 135 milioni di tonnellate di rifiuti speciali e circa 30 di rifiuti urbani" si legge nel rapporto che spiega come solo parte dei rifiuti venga avviato a riciclo: "Rispettivamente il 65% (92 milioni di tonnellate) e il 47% (15 milioni di tonnellate)".

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Per contrastare la piaga dell'inquinamento, il rapporto propone quattro direttrici lungo le quali deve muoversi il nostro Paese per conseguire gli obiettivi fissati dalla normativa europea per il 2035.

Il primo passo è "limitare l'import/export dei rifiuti da e per l'Italia, che mette in movimento ogni anno 9,5 milioni di tonnellate di rifiuti (circa 6 in entrata e 3,5 in uscita)".

Tra le importazioni principalmente rifiuti per attività di riciclo: circa 5,8 milioni di tonnellate di rifiuti speciali di cui il 98% composto di materiale per filiere di riciclaggio (metalli, legno); circa 213.000 tonnellate l’anno di rifiuti urbani, interamente composti da materiali destinati a riciclaggio.

Ma anche il "turismo dei rifiuti" all'interno dei confini nazionali, con particolare riferimento agli urbani, "movimentati da una Regione all'altra per carenza della necessaria impiantistica di smaltimento (soprattutto al Sud)".

Un’analisi condotta da Ecocerved stima in 42 milioni di tonnellate il flusso di rifiuti che si sposta ogni anno da una Regione all’altra fra urbani e speciali (38 milioni in ingresso, 36 milioni in uscita e 4 milioni verso l’estero): il flusso fra Regioni ha impegnato nel 2016 circa 1,7 milioni di TIR.

Un dato interessante viene dall'economia del riciclo: in Italia risultano presenti circa 7.200 impianti che occupano circa 135.000 addetti, in incremento del 26% rispetto al 1999.

Secondo Assoambiente la risposta sta nel dotarsi di impianti "adeguati al nostro fabbisogno, pianificando la realizzazione nei prossimi 16 anni nelle filiere del riciclo, della digestione anaerobica, della termovalorizzazione e della discarica per gestire i flussi dei rifiuti urbani e speciali".

Allarme ONU: "Uno tsunami di rifiuti"

Contestualmente alla presentazione del rapporto appare evidente la gravità dell'allarme delle Nazioni Uniti sull'imminente "tsunami" di rifiuti elettronici". Oggi vengono prodotti al ritmo di 50 milioni di tonnellate l'anno e solo il 20% dei rifiuti elettrici ed elettronici viene smaltito tramite canali di riciclaggio ufficiali. Oltre al danno ambientale anche una "perdita" economica perché il loro valore è stimato intorno ai 55 miliardi di euro. 

Rifiuti, servono investimenti 10 miliardi

“Il nostro Paese”, ha evidenziato il Presidente di FISE Assoambiente Chicco Testa, commentando lo studio, “necessita di una Strategia Nazionale di gestione dei rifiuti che, al pari di quella energetica, fornisca una visione nel medio-lungo periodo (almeno ventennale) migliorando le attuali performance. Fare economia circolare significa disporre degli impianti di gestione dei rifiuti con capacità e dimensioni adeguate alla domanda. In Italia servono impianti di recupero (di materia e di energia) capaci non solo di sostenere il flusso crescente in particolare delle raccolte differenziate di rifiuti, ma anche di sopportare fasi di crisi dei mercati esteri; servono anche impianti di smaltimento finale (discariche), capaci di gestire i rifiuti residuali quali gli scarti generati dal processo di riciclo e quelli che non possono essere avviati a recupero o a trattamenti. Un investimento complessivo che richiederà 10 mld di euro”.

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