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Venerdì, 29 Marzo 2024
Ambiente

Glifosato, l'Italia dice basta: ma dove c'è davvero il "diserbante delle polemiche"?

L'Italia si opporrà al rinnovo decennale dell'autorizzazione all'uso del glifosato in agricoltura. Ma dove si trova questo diserbante? È davvero pericoloso per la salute? Come mai i controlli sulle acque potabili non vengono ancora eseguiti? Facciamo chiarezza

Il glifosato è il diserbante più diffuso al mondo: facile da usare, economico. E' letteralmente ovunque: dal 1974, quando venne introdotto sul mercato, è stato utilizzato in agricoltura, nel giardinaggio e per la manutenzione del verde. La Monsanto lo ha commercializzato con il nome di Roundup, e il prodotto si dimostrò fenomenalenel  liberare dalle erbacce i campi coltivabili. 

Il vero e proprio "boom" però c'è stato da quando una ventina di anni fa sono state introdotte sul mercato le prime colture geneticamente modificate resistenti al glifosato. Dal 2001 in poi l'uso del glifosato è quindi aumentato globalmente di quasi 15 volte. Inoltre da quando è scaduto il brevetto, il glifosato viene utilizzato da molte aziende nella formulazione di diserbanti di vario tipo.

Glifosato e possibili danni alla salute

I possibili danni alla salute sono rimasti a lungo inesplorati. Nel 2015, lo IARC l’agenzia internazionale per la ricerca sul cancro,  lo ha però inserito nella lista delle sostanze "probabilmente cancerogene". La notizia finì sulle prime pagine di tutto il mondo, fin quando l'EFSA, l'Autorità europea per la sicurezza alimentare, espresse un giudizio molto più rassicurante.  Le polemiche non sono cessate però, perché secondo alcuni osservatori le valutazioni dell'Autorità europea per la sicurezza alimentare erano estremamente simili, "quasi come fossero state copiate" da quelle dei produttori stessi del glifosato.

Nel frattempo vari paesi hanno introdotto misure precauzionali per ridurre l'uso inappropriato dei prodotti contenenti glifosato. Nel 2016 il ministero della Salute ne ha vietato l'uso in aree "frequentate dalla popolazione o da gruppi vulnerabili quali parchi, giardini, campi sportivi e zone ricreative, aree gioco per bimbi, cortili e aree verdi interne a complessi scolastici e strutture sanitarie". La prossima scadenza è fissata per il 31 dicembre 2017: entro quella data l'Unione Europea dovrà decidere se prorogare per 10 anni l'autorizzazione all'uso del glifosato.

La protesta di Greenpeace

Martedì mattina a Roma gli attivisti di Greenpeace hanno offerto un simbolico “aperitivo al glifosato” al ministro Beatrice Lorenzin, aprendo uno striscione con la scritta “La salute non è in vendita, Stop glifosato”, di fronte al Ministero della Salute. Nel frattempo due attivisti vestiti con tuta protettiva, maschera antigas ed erogatore di pesticidi a spalla, hanno simulato l’irrorazione con il glifosato dell’ingresso, del piazzale antistante il Ministero e di alcuni alimenti esposti. Durante la manifestazione il ministro della Salute ha raggiunto gli attivisti dichiarando che l’Italia si opporrà al rinnovo dell’autorizzazione al glifosato il prossimo 25 ottobre, quando i Paesi Ue saranno chiamati a votare.

"Siamo molto soddisfatti, finalmente la posizione del governo italiano è chiara e inequivocabile. Autorizzare per altri dieci anni una sostanza che sta già inquinando il nostro ambiente ed è classificata come probabilmente cancerogena per l’uomo sarebbe un gesto irresponsabile. Adesso tocca agli altri Paesi europei esprimersi con altrettanta fermezza per tutelare la salute e l’ambiente" dichiara Federica Ferrario, responsabile campagna Agricoltura di Greenpeace Italia.

La Francia lo vieterà completamente

Anche il governo francese si è già esposto "contro al glifosato". Poche settimne fa il premier Edouard Philippe ha annunciato che il diserbante verrà completamente "vietato in Francia" entro "la fine del quinquennato" del presidente Emmanuel Macron, vale a dire nel 2022. La messa al bando riguarderà ogni tipo di destinazione, inclusa l'agricoltura, malgrado l'ostilità di numerose associazioni di contadini.

"Aprire un'inchiesta sulle indebite influenze di Monsanto"

Da Greenpeace aggiungono: "Dopo le rivelazioni che stanno emergendo grazie ai cosiddetti “Monsanto Papers” e lo scandalo del “copia-incolla” - ovvero parti del rapporto dell’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) che ha valutato i rischi dell’uso del glifosato sono stati copiati dalla richiesta di rinnovo dell’autorizzazione di Monsanto - nessuno può affermare con certezza che il glifosato è sicuro. Greenpeace chiede perciò di istruire un'inchiesta per verificare l’esistenza di eventuali indebite influenze da parte di Monsanto o di altri produttori di glifosato sulle valutazioni che collegano il glifosato con il cancro negli esseri umani".

La valutazione in discussione in sede europea riguarda, infine, solo il principio attivo, non le formulazioni che vengono effettivamente commercializzate, per le quali nessuno sta verificando i rischi. Nella sua valutazione del 2015, l’EFSA ha riferito che non è possibile escludere effetti avversi dei formulati a base di glifosato. Eppure si vuole delegare questa valutazione ai singoli Paesi membri, che dovrebbero valutarne il rischio e garantire la sicurezza.  

Raccolte quasi un milione e mezzo di firme

Intanto, 1,3 milioni di europei (più di 70 mila persone in Italia), hanno firmato in meno di cinque mesi, l'Iniziativa dei cittadini europei (ECI) per vietare il glifosato, assicurare che le valutazioni scientifiche dei pesticidi per l'autorizzazione in Ue si basino esclusivamente su studi pubblicati, e per proteggere persone e l'ambiente dai pesticidi tossici. È l'ECI sottoscritta più rapidamente in assoluto da quando l'Ue ha introdotto questo strumento nel 2012, promossa in Italia da una coalizione composta da oltre 45 associazioni.

Ma dove si trova il glifosato?

Il mensile di informazione consumerista Test-Salvagente aveva effettuato alcune analisi in Italia su 100 alimenti a base di cereali, trovando tracce di glifosato nella pasta e in altri prodotti. La rivista ne parla come di "una roulette russa che difficilmente può assicurare aziende e consumatori", proprio per l'estesa diffusione del glifosato.  Infatti i lotti di una stessa marca non sono tutti uguali: ce ne sono alcuni in cui l’erbicida è stato rilevato e altri in cui non è presente.

(Quasi) nessun controllo sulle acque

Per quel che riguarda l'acqua, uno studio dell’Ispra ha evidenziato che in Lombardia e in Toscana, le uniche due regioni dove si effettuano le rilevazioni, il glifosato è presente nelle acque superficiali.  E' stato trovato in vari controlli, in concentrazioni superiori ai limiti di legge, l’Ampa, ovvero un derivato del glifosato che con l’erbicida condivide tossicità. Nonostante ciò, per ora nessuna Regione italiana analizza la presenza di glifosato e del suo metabolita Ampa nelle acque potabili.

Per superare questa pericolosa 'vacatio legis' e "sollecitare il monitoraggio obbligatorio dell’acqua potabile e ad uso agricolo per rilevare l’eventuale presenza di glifosato o sostanze chimiche ad esso correlate", Ermete Realacci, presidente delle commissione Ambiente Territorio e Lavori Pubblici della Camera, ha depositato più di un anno fa una interrogazione ai ministri dell’Ambiente, della Salute e delle politiche Agricole.

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