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Venerdì, 19 Aprile 2024
Proteste

Sblocca Italia, tutti motivi del "no"

Sono arrivati da tutto il Paese e si sono riuniti in piazza a Montecitorio. Sono cittadini, comitati e giovani che hanno deciso di dire no allo Sblocca Italia e di far sentire le loro ragioni

C'è Mario, studente di ingegneria ambientale a Roma. Poi c'è Vittorio che gestisce un agriturismo nell'Amiata, vicino Siena, Flavia che arriva da Taranto, Giulia che lavora in una ong ambientalista, Augusto che arriva dall'Abruzzo, Daniele dalla Sicilia.  "Non siamo integralisti, siamo solo cittadini che hanno a cuore il prorprio territorio" gridano dal microfono. Sono centinaia e di solito sono sparsi per l'Italia ma oggi hanno deciso di riunirsi tutti in piazza Montecitorio. Il motivo è la legge 133 del 2014 meglio nota come "Sblocca Italia".

"QUELLI DEL NO" - Nessuna di queste persone è d'accordo con quanto il governo sta facendo in materia di ambiente e grandi opere. Saranno queste persone che vedranno arrivare cemento, ruspe e trivelle nelle proprie campagne, nei luoghi a cui sono affezionati. E' per questo che tutti loro si sono organizzati e hanno dato vita a diversi comitati territoriali: No Triv, No Muos, No Geotermia. "Non siamo quelli che dicono sempre di no, in realtà vogliamo soltanto difendere le nostre zone dai mostri e dalle devastazioni che questo decreto consente di fare" spiega Velio Arezzini di Sos Geotermia.

I comitati a Montecitorio contro lo Sblocca Italia | Foto di Selene Cilluffo



"NIENTE POTERE ALLE COMUNITA' LOCALI" - In effetti molte di queste realtà hanno già una lunga storia e si sono formate per preservare i beni comuni già anni fa. Non a caso c'è il Forum nazionale Acqua Bene Comune, lo stesso che nel 2011 aveva promosso e vinto i due referendum sull'acqua. "Questo decreto anticipa nei fatti le peggiori previsioni della modifica della Costituzione accentrando il potere in poche mani ed escludendo le comunità locali da qualsiasi forma di partecipazione alla gestione del loro territorio" spiega al microfono Augusto De Sanctis, del Forum dell'Acqua.

In effetti con questo decreto in ambito di ambiente molte amministrazioni locali e territoriali avranno meno voce in capitolo: il potere decisionale passerà nelle mani di governi e ministeri. Ma sono proprio le realtà politiche territoriali che per adesso si sono trovate d'accordo con i comitati: basti pensare ai sindaci Notav in Val Susa.

DALLA CEMENTIFICAZIONE AL DISSESTRO IDROGEOLOGICO - "Nessuno si è chiesto perché sempre di più sono le alluvioni e le conseguenze del maltempo nel nostro Paese? Avete visto che è successo a Genova, Grosseto e Parma? Questa è la conseguenza della cementificazione di questi anni che con questo decreto sarà ancora più selvaggia" dice Legambiente dal microfono.

Ma qualcuno dal palazzo è sceso in piazza. Dalla commissione Ambiente è arrivato il deputato del Movimento 5 Stelle Gianluca Vacca:

Se il decreto dovesse essere approvato così com'è avrà conseguenze nefaste per il nostro territorio. Il M5S sta portando avanti una battaglia per evitare l'invasione di cemento, trivelle, inceneritori, l'avviamento della privatizzazione dell'acqua, ma la maggioranza Pd è intenzionata ad andare avanti senza nessun pudore ricorrendo a varie modalità di ghigliottina


Infatti tutte le dita dei comitati sono puntate contro il premier Renzi che proprio il giorno prima del presidio ha ribadito sul Facebook la necessità dello Sblocca Italia:
 

C'è bisogno di sbloccare i cantieri, come abbiamo iniziato a fare con l'unità di missione. Di superare la logica dei ricorsi e controricorsi che rendono gli appalti più utili agli avvocati che non ai cittadini, come abbiamo previsto con il disegno di legge delega sulla Pubblica amministrazione. Di coordinare la protezione civile con un maggior ruolo del livello centrale come prevede la riforma costituzionale del titolo V. Si chiamano Sbloccaitalia, riforma della P.A., riforma costituzionale, riforma della giustizia, cantieri dell'unità di missione le priorità per l'Italia che vogliamo.

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