rotate-mobile
Giovedì, 28 Marzo 2024
Ambiente Frosinone

Un fiume di schiuma bianca, aumentano i timori: "Fermate il disastro ambientale"

Le analisi svolte sui campioni del fiume Sacco hanno sciolto i dubbi: avrebbero evidenziato l'elevata presenza di tensioattivi, ossia detergenti, vernici o emulsionanti

Un fiume di schiuma: uno "spettacolo" che si ripete da tempo. E un gravissimo danno ambientale. Le condizioni del Fiume Sacco, nel Lazio, preoccupano nuovamente. Una densa schiuma bianca ha invaso il letto del corso d'acqua colpendo soprattutto il tratto all'altezza di Ceccano. Le analisi svolte sui campioni di acqua prelevati hanno sciolto i dubbi e aumentato i timori per le possibili conseguenze sulla salute pubblica. I risultati di Arpa Lazio avrebbero evidenziato l'elevata presenza di tensioattivi, ossia detergenti, vernici o emulsionanti. I questi giorni cittadini e comitati organizzano alcune manifestazioni lungo il corso del fiume per chiedere maggiore tutela delle acque del Sacco.

"Le immagini che, anche oggi, arrivano dai cittadini non lasciano dubbi sulla portata sempre più grave di un disastro per l’ecosistema fluviale di tutto il basso Lazio - racconta Roberto Scacchi presidente di Legambiente Lazio- chiediamo una task-force delle forze dell’ordine per un’azione di controllo e repressione degli scarichi illegali e presidio del fiume visto che continuano a verificarsi questi fenomeni". I sindaci della zona puntano il dito contro aziende definite "criminali" che sversano nel fiume Sacco ed anche nel depuratore di Ceccano il quale, non potendo depurare queste sostanze nocive, le fa passare direttamente nelle acque del fiume.

Legambiente: "Fermate il disastro"

"Dopo la denuncia e l’esposto che abbiamo mandato alla procura della Repubblica di Frosinone della scorsa settimana, continua l’inquinamento e il Sacco sembra fatto di sola schiuma a Ceprano (FR). Dai risultati delle analisi chimiche, per le quali ringraziamo Arpa Lazio che le ha realizzate e rese pubbliche questa settimana con grande velocità e trasparenza, si evidenzia la presenza corposa di tensioattivi. Ora le autorità indaghino sulle cause per fermare questo disastro a partire dal Fiume Alabro, affluente di sinistra del Sacco dal quale ci arrivano segnalazioni e immagini di schiume che poi entrano nel corso principale. La schiuma è peraltro solo la manifestazione più evidente di uno stato grave, anche senza schiuma dal fiume esalano odori nauseabondi e questo succede da anni, non da ora", continua.

Appello al Ministero dell’Ambiente

"L’inquinamento del Sacco va fermato e intanto il Ministero dell’Ambiente deve battere un colpo sulla bonifica, per la quale perimetrazione abbiamo lavorato mesi e mesi con amministrazioni e associazioni, così come per il Contratto di Fiume che abbiamo firmato tutti insieme per immaginare e lavorare su un futuro migliore per la biodiversità e la sicurezza dai rischi idrogeologici. L’inquinamento del Sacco riguarda mezzo Lazio e i nostri circoli continuano a monitorare la situazione, dal circolo di Anagni (FR) a quello di Frosinone fino a quello di Minturno (LT) dove sta la foce del Fiume Garigliano, terminale di tutta l’acqua del bacino idrografico anche del Sacco", conclude la nota.

"Silenzio assordante delle istituzioni"

I comitati parlano di "silenzio assordante" delle istituzioni: "Vogliamo continuare a tenere alta l’attenzione sull’inquinamento del Sacco, vogliamo difendere la Valle del Sacco e Bassa Valle del Liri, vogliamo impedire che ai criminali che inquinino si aggiungono i criminali che raccolgono fieno sulle terre sottoposte a cautela… per darlo, a basso costo, ai tanti allevamenti di animali le cui carni entrano a far parte della nostra catena alimentare. Il silenzio assordante delle istituzioni regionali, degli amministratori che contano del capoluogo, sugli eventi che si stanno susseguendo, non fanno che alimentare sempre più passione e voglia di vincere da parte dei cittadini abbastanza sfiduciati dai loro comportamenti".

Il Fiume Sacco, oltre a ricevere affluenti come l’Alabro, si immette nel corso del Fiume Liri che poi arriva nel Garigliano, fiume che solca il confine tra Lazio e Campania e sfocia nel Mar Tirreno a Minturno: tutto ciò fa, del bacino idrografico Sacco-Liri-Garigliano, il secondo del Lazio sulle provincie di Roma, Frosinone e Latina, un territorio tutto potenzialmente interessato dai fattori inquinanti che arrivano dall’area della Valle delle Sacco.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Un fiume di schiuma bianca, aumentano i timori: "Fermate il disastro ambientale"

Today è in caricamento