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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Ambiente&Veleni

Terra dei Fuochi: vietata la vendita dei prodotti alimentari

Arriva dal ministero delle Politiche Agricole la mappa delle zone 'no food' della Campania. Il decreto interministeriale coinvolge anche il ministero della Salute e dell'Ambiente

51 aree off limits in cui “risulta necessario prioritariamente proporre misure di salvaguardia per garantire la sicurezza delle produzione agroalimentare, per un totale di 64 ettari di suolo agricolo”. Così si legge nel decreto interministeriale stilato dai ministri Maurizio Martina (agricoltura), Beatrice lorenzin (salute) e Gian Luca Galletti (ambiente). Avviato anche uno screening di massa sui terreni per stabilire quali interdire alla produzione alimentare.

A rischio 21 km² della 'Terra dei Fuochi' dove verrà vietata la vendita dei prodotti. Di questi 9,2 km² sono destinati all’agricoltura e si trovano tra le province di Napoli e Caserta. Come spiegano le indagini tecniche dalla mappatura dei 1.076 chilometri quadrati di terreni sospettati di essere contaminati da discariche abusive, risulta che il rischio riguarda solo il 2% del territorio totale.

Ma per i 51 siti 'off limits' saranno necessarie misure di salvaguardia per garantire la sicurezza della produzione agroalimentare, in particolare delle bonifiche per i 64 ettari di suolo agricolo. La mappatura dei terreni, da tempo richiesta dalla popolazione locale, era stata disposta in seguito all’approvazione del decreto varato proprio per fronteggiare l’emergenza ambientale in questo territorio.

E' stata anche realizzata una banca dati centrale ed istituito un gruppo di lavoro che potrà replicare in futuro la metodologia di indagine messa a punto su qualsiasi altra area considerata a rischio. L’iter prevede che nei prossimi 90 giorni verranno effettuate ulteriori indagini per stabilire quali terreni siano interdetti definitivamente alla produzione alimentare e quali solo a colture specifiche.

Nel frattempo è già scattato il divieto di vendita dei prodotti ortofrutticoli provenienti da terreni classificati a rischio con la possibilità di commercializzare solo quelli che vengono da colture già oggetto di controlli con esito favorevole negli ultimi 12 mesi. Arriva subito la reazione dell'organizzazione degli imprenditori agricoli: "Gli imprenditori sui terreni in cui si è riscontrata una contaminazione della quale sono vittime devono essere compensati per la perdita di reddito determinata dal divieto di commercializzazione dei prodotti ortofrutticoli" commenta Coldiretti.

"Solo facendo chiarezza e con una puntuale informazione sulla materia, si disinnesca l'effetto psicosi sui consumi che ha colpito il cibo e l'agricoltura campana - afferma invece Cia, la confederazione italiana agricoltori - la strada intrapresa dai ministri competenti sta andando nella giusta direzione, ora le indagini continuino il loro corso per restituire all'agricoltura sana della Campania una grande occasione di rilancio".

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