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Martedì, 23 Aprile 2024
Ambiente

Fukushima, cinque anni fa il disastro nucleare: un minuto di silenzio per le vittime

L'11 marzo 2011 furono oltre 20mila le vittime del terremoto e del successivo tsunami che colpirono il Giappone provocando anche il peggiore disastro nucleare dai tempi di Cernobyl

Il Giappone si è fermato, per un minuto, per ricordare le vittime del violento terremoto e del successivo tsunami che, l'11 marzo 2011, provocarano anche quattro distinti incidenti, presso la centrale nucleare di Fukushima. Il bilancio di quel terribile giorno fu di almeno 20mila vittime.

L'imperatore Akihito, l'imperatrice Michiko, il primo ministro Shinzo Abe e altri partecipanti alla cerimonia nazionale a Tokyo si sono cinque-anni-dopo-fukushima-2inchinati come molti residenti delle regioni colpite, alle ore 14.46 locali (6.46 in Italia).

"Sono passati cinque anni dalla catastrofe, più di 20mila persone sono morte", ha ricordato il Tenno, imperatore. "Al Giappone - ha continuato il capo simbolico dello stato - arride una natura gentile, ma talvolta si può rivelare pericolosa. Non potremo dimenticare le immagini della televisione che mostravano un muro nero di acqua".

A cinque anni da quella tragedia, Greenpeace è tornata in quei luoghi, devastati dal disastro, per fare il punto sulla vita quotidiana oggi a Fukushima e per verificare i livelli di radiottività. Il quadro che emerge, purtroppo, non è affatto rassicurante: l'area è ancora contaminata, con radiazioni 35 volte superiori alla norma, e gli effetti sull'ambiente e sulla salute umana sono devastanti. L'associazione chiede quindi al Governo di fornire il dovuto sostegno economico alla popolazione e di non abbassare le misure di di protezione dalla radioattività.

"Quando mi reco nelle regioni colpite, ho la percezione che il disastro è ancora presente", ha commentato il primo ministro Shinzo Abe che ha ribadito l'impegno ala ricostruzione. Una percezione che è concretizzata in realtà dalle condizioni di vita di molti degli sfollati e, soprattutto, di quelli mandati via dalla zona d'esclusione attorno alla centrale di Fukushima. Sono ancora 170mila gli sfollati, secondo quanto riferito dalla polizia nipponica, e spesso vivono in prefabbricati.

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