Bimbi social, su internet sempre più presto (anche ad appena un anno di età)
Sette preadolescenti su 10 infatti hanno accesso a smartphone, consolle e computer tutti i giorni e circa il 23% dei minori di 13 anni può accedervi senza limitazioni temporali e spesso senza alcun controllo da parte dei genitori
A che età regalare il primo telefonino ad un bambini? Una domanda che attanaglia molti genitori ma secondo gli ultimi dati la "libertà di accesso" agli strumenti tecnologici avviene già a 8 anni.
Sette preadolescenti su 10 infatti hanno accesso a smartphone, consolle e computer tutti i giorni e circa il 23% dei minori di 13 anni può accedervi senza limitazioni temporali e spesso senza alcun controllo da parte dei genitori. Sono i risultati preliminari di un'indagine presentata dal Sindacato medici pediatri di famiglia per valutare l'età di primo utilizzo, le modalità di accesso agli strumenti informatici, la frequentazione di internet e dei social media.
La stragrande maggioranza degli intervistati dichiara di usare gli strumenti informatici per andare in internet, per ricerche scolastiche, scaricare musica e videogiochi, chattare e vedere video; meno di 1 su 2 dichiara di usare lo smartphone anche per telefonare.
La ricerca ha, inoltre, evidenziato come l'età di primo utilizzo sia in media di 9 anni per i maschi e di 10 anni per le femmine nella rilevazione del 2016, e di meno di 8 anni in quelle del 2017 e 2018, con punte dichiarate di 1 anno di età.
"L'uso inappropriato è in grado di minare la salute, soprattutto in particolari epoche dello sviluppo" spiega Rinaldo Missaglia, segretario nazionale del Sindacato medici pediatri di famiglia. "Sarebbe raccomandabile massima attenzione già durante la gestazione" prosegue l'esperto.
"Mi riferisco, in particolare ai rischi biologici, derivanti da un'eccessiva esposizione al loro funzionamento, particolarmente rilevanti nei primi mille giorni di vita, quindi sin dallo sviluppo nel grembo materno, ai rischi per la sfera cognitiva e comportamentale, e, non ultimi, quelli educativi e sociali, da tenere in seria considerazione nel periodo che tecnicamente indichiamo come 'secondi mille giorni di vita', coincidente con le fasi centrali dell'età adolescenziale".
"È importante diffondere una corretta consapevolezza circa i rischi e le potenzialità di queste nuove e potenti tecnologie digitali tra genitori e addetti ai lavori ossia insegnanti, psicologi, pediatri di famiglia - ha ricordato Ernesto Burgio, pediatra ed esperto di epigenetica, membro del consiglio scientifico di Eceri (European Cancer and Environment Research Institute) - Ci troviamo, infatti, di fronte a tecnologie che possono interferire sia direttamente, attraverso i campi elettromagnetici, sia indirettamente sullo sviluppo del cervello e del sistema psico-neuro-endocrino in periodi di vitale significato".
"Esiste ormai letteratura scientifica significativa - gli ha fatto eco Daniela Lucangeli, professore di Psicologia dello sviluppo all'Università di Padova - che dimostra come un'esposizione eccessiva e duratura agli smartphone, soprattutto negli organismi in via di sviluppo, possa rivelarsi alquanto pericolosa per la programmazione epigenetica di cellule, tessuti e organi. Inoltre, tanto nell'ambito dei disturbi del neurosviluppo, che sono in grande aumento in tutto il Nord del mondo, in particolare quelli di spettro autistico, quanto nell'ambito di patologie infiammatorie e tumorali, la ricerca può aiutarci a comprendere i meccanismi patogenetici potenzialmente connessi a questa esposizione. Per quanto concerne gli effetti di ambito psicologico e sociale è sempre più evidente che l'utilizzo eccessivo di questa tecnologia possa determinare stati di vera e propria dipendenza, soprattutto se l'esposizione inizia nelle prime fasi della vita".