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Giovedì, 18 Aprile 2024
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In Italia 3mila "care leavers": la sfida dei neomaggiorenni in uscita dai percorsi di accoglienza

A Roma un incontro organizzato da Sos Villaggi dei Bambini sulla condizione dei neo18enni costretti a uscire dal sistema di accoglienza e assistenza, portando all'attenzione delle istituzioni le loro esperienze e le loro raccomandazioni

In Italia sono circa 3.000 ragazzi neomaggiorenni che ogni anno, dopo un percorso di accoglienza fuori dalla famiglia, allo scadere della tutela legata al loro status di minorenni, sono obbligati a lasciare il sistema di accoglienza e costretti a diventare autonomi molto prima rispetto ai loro coetanei. Sono i "care leavers" e se per la maggior parte dei neodiciottenni sono i genitori ad affiancare i ragazzi nelle loro scelte e nel loro passaggio, per loro questo traguardo importante rappresenta una sfida in più. 

Questi ragazzi e ragazze, una volta compiuti i 18 anni devono ad avviarsi verso un percorso di autonomia economica e lavorativa senza avere le necessarie tutele e il supporto adeguato. Per fare luce sulle tematiche più urgenti che riguardano l’uscita dai percorsi di accoglienza e ribadire l’importanza della partecipazione dei ragazzi nelle scelte che li riguardano, SOS Villaggi dei Bambini ha promosso l’incontro “Il futuro si costruisce giorno per giorno”, alla presenza tra gli altri dell’Autorità Garante per l'Infanzia e l'Adolescenza Filomena Albano, durante il quale una rappresentanza dei 60 ragazzi del Gruppo Giovani di SOS Villaggi dei Bambini e del Care Leavers Network di Agevolando, protagonisti del progetto europeo di SOS Villaggi dei Bambini “Prepare for leaving care”, ha portato all’attenzione delle istituzioni le loro esperienze e raccomandazioni, emerse da un intenso lavoro nazionale, con oltre 25 incontri, portato avanti negli ultimi due anni dai ragazzi stessi.

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“Quello dei ragazzi in uscita dai percorsi d’accoglienza è un tema delicato a cui SOS Villaggi dei Bambini ha prestato particolare attenzione negli ultimi anni. I care leavers sono costretti ad affrontare una transazione forzata verso l’età adulta che non tiene in nessun conto il vissuto travagliato di questi ragazzi. Per affrontare al meglio questa tematica e far emergere le loro difficoltà ed esigenze, l’Organizzazione si è rivolta direttamente ai giovani care leavers che hanno individuato alcune importanti raccomandazioni – ha affermato Samantha Tedesco, responsabile Programmi e Advocacy di SOS Villaggi dei Bambini – La firma del decreto sul Fondo per la lotta alla povertà e all'esclusione sociale, che garantirà 15 milioni di euro per il triennio 2018-2020 e accompagnerà i care leavers fino al compimento del 21° anno di età, è solo un primo passo nel percorso verso l’indipendenza dei ragazzi che vivono fuori dalla famiglia di origine”.

Dal progetto europeo di SOS Villaggi dei Bambini “Prepare for leaving care”, realizzato in collaborazione con numerosi altri partner e in cui sono stati coinvolti oltre 60 care leavers del Gruppo Giovani di SOS Villaggi dei Bambini e del Care Leavers Network di Agevolando, è emerso un documento frutto dell’intenso lavoro dei ragazzi stessi, in cui si tracciano le possibili coordinate utili a orientare le istituzioni nella definizione dei percorsi di accompagnamento all’autonomia dei neomaggiorenni. "L'incontro tra il progetto europeo Prepare for Leaving Care e il Care Leavers Network Italia di Agevolando ha permesso a 60 ragazzi e ragazze in uscita dai percorsi di accoglienza di confrontarsi sul tema dell'uscita. L'evento odierno è stato importante perché abbiamo parlato di care leavers con i care leavers, anche grazie al lavoro fatto insieme ai molti ragazzi incontrati in questi mesi", ha dichiarato Diletta Mauri, coordinatrice nazionale del Care Leavers Network di Agevolando. Una road map, quella emersa dai ragazzi, che sottolinea come nel passaggio all’indipendenza non si può unicamente tenere conto dell’età biologica, ma si devono considerare anche altri elementi come la situazione familiare e parentale, le opportunità percorribili, le competenze, le capacità e i desideri del singolo.

“Non basta raggiungere la maggiore età per essere adulti: 18 anni potrebbero essere pochi per essere indipendenti. Occorre rispettare i tempi di ciascun ragazzo nel suo percorso di crescita verso l’autonomia e allo stesso tempo è necessaria una rete di sostegno che lo accompagni in questa delicata fase di passaggio, perché senza un supporto adeguato rischia di non riuscire a inserirsi nel contesto sociale. Occorre garantire a tutti le stesse opportunità, come prevede la Convenzione di New York, perché possa affermarsi pienamente il principio dell’uguaglianza. I diritti o sono di tutti o di nessuno”, ha aggiunto Filomena Albano, Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza. Un passaggio verso l’indipendenza che va quindi preparato e costruito gradualmente, che sia personalizzabile a seconda delle esigenze e modificabile per renderlo più efficace possibile, coinvolgendo sempre i care leavers nelle decisioni che riguardano la propria vita e il proprio futuro. "Progetti come questo sono importanti perché permettono ai ragazzi di partecipare attivamente al loro percorso e confrontarsi sui vissuti e le emozioni legati in particolare al momento dell'uscita dalla comunità, riflettendo anche sulle persone importanti per noi", ha sottolineato Matteo Gaydou, uno dei ragazzi coinvolti nel progetto.

Il lavoro di SOS Villaggi dei Bambini a favore del supporto ai ragazzi in uscita da percorsi di accoglienza è iniziato nel 2007 con la presentazione degli Standard Quality for Children (standard 18) al Parlamento Europeo. Un documento che ha condiviso le buone pratiche per migliorare la condizione di tutti quei bambini e ragazzi che vivono in accoglienza, garantendo il rispetto dei loro diritti. “SOS Villaggi dei Bambini è da anni in prima linea per la tutela e i diritti dei tanti care leavers italiani ed ha partecipato, insieme alle altre realtà del Comitato Neomaggiorenni, al percorso per l’istituzione di un fondo per il sostegno di questi ragazzi - continua Samantha Tedesco – Un gioco di squadra fondamentale per portare il tema all’attenzione delle Istituzioni, che ha coinvolto anche in ragazzi in prima persona. Ora è necessario che il fondo temporaneo per la lotta alla povertà e all'esclusione sociale diventi permanente e venga integrato per poter raggiungere tutti i care leavers. Investire sull’accompagnamento all’autonomia di questi ragazzi vuol dire allontanarli dall’emarginazione e consentire loro di contribuire alla crescita del Paese”.

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