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Giovedì, 28 Marzo 2024
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"Chi abita al mare può già fare il bagno": ma l'estate 2020 rimane un punto di domanda

Il governo chiarisce: chi vive al mare può fare il bagno, se non sono necessari significativi spostamenti per arrivare in spiaggia e "nel rispetto della distanza di almeno un metro da ogni altra persona". Ma Il vero rebus riguarda la stagione estiva: tanti interrogativi, tanti timori, ma anche tante idee per ripartire

A meno di specifiche ordinanze dei singoli Comuni, chi abita in una località di mare o vicino a un lago può fare il bagno, purché si rispettino le distanze di sicurezza. E' quanto emerge da un chiarimento nel sito del governo nell'apposito spazio delle domande frequenti sul lockdown, le faq (frequently asked questions).

"Abito in un luogo di montagna/collina oppure in un luogo di mare/lago/fiume, mi è consentito fare una passeggiata in montagna/collina o in riva al mare/lago/fiume?", recita il quesito. "Sì. È sempre possibile svolgere l'attività motoria in prossimità della propria abitazione principale, o comunque di quella in cui si dimora dal 22 marzo 2020, con la conseguenza che è ammesso, per coloro che abitano in luoghi montani, collinari, lacustri, fluviali o marini - e sempre che non si tratti di soggetto per il quale è fatto divieto assoluto di mobilità in quanto sottoposto alla misura della quarantena o risulti positivo al virus - effettuare tale attività in detti luoghi (ivi compreso fare il bagno al mare/fiume/lago) purché individualmente e comunque nel rispetto della distanza di almeno un metro da ogni altra persona. Ciò in quanto i predetti non sono luoghi chiusi al pubblico, come invece lo sono, attualmente, i parchi e le aree verdi urbane, e altresì gli stabilimenti balneari, in cui permane il divieto di ingresso e circolazione", si legge.

"Resta fermo che deve trattarsi esclusivamente di attività effettuate senza che occorra allontanarsi dalla propria abitazione e senza che si renda quindi necessario l'utilizzo di mezzi di locomozione pubblici o privati, né significativi spostamenti. Sono fatti salvi, peraltro, diversi e più stringenti divieti imposti su base locale perché giustificati da specifiche situazioni territoriali. La sussistenza delle condizioni in questione (attività motoria svolta in prossimità alla propria abitazione) potrà essere giustificata con autocertificazione, se gli agenti che fanno i controlli la richiedono".

Alcune regioni però non ci stanno. "In Emilia-Romagna non cambia nulla, per cui fino al 4 maggio prossimo non è consentito fare bagni in mare, né passeggiate. Le nostre norme, che sono pienamente in vigore, al momento non consentono di allontanarsi dalle immediate vicinanze della propria abitazione se non per comprovate e valide motivazioni. E non è prevista la possibilità di accedere all'arenile. Quindi fino al 4 maggio, come dicevo, fare un tuffo in mare, e magari la passeggiata sull'arenile, non è permesso". Lo precisa l'assessore regionale al Turismo e Sistemi di Mobilità, Andrea Corsini, commentando la notizia secondo la quale, invece, questa possibilità sarebbe praticabile. "Naturalmente- conclude Corsini- dal 4 maggio qualcosa cambierà, per quanto riguarda le più stringenti misure di prevenzione per ostacolare la diffusione del Covid-19, ma fino ad allora in Emilia-Romagna valgono le norme che attualmente sono in vigore".

La fase 2 intanto dovrebbe partire il 4 maggio: tutto fa pensare che da quella data si potrà tornare nei parchi e a fare sport all'aperto, correre e andare in bici. Gli esperti chiedono ingressi contingentati e controlli, soprattutto nelle aree frequentate dai bambini, per far rispettare distanze e divieto di assembramento. Ancora nulla di deciso per quanto riguarda i professionisti, anche se l'indicazione sarebbe quella di consentire lo svolgimento di allenamenti individuali.

Dal 4 maggio la riapertura di parchi e giardini riguarderà anche lo spiagge, dove sarà possibile quantomeno andare a passeggiare. Ma niente partite a pallone sulla sabbia.  Il vero rebus riguarda la stagione estiva. Il bagno si dovrebbe poter fare in tutta sicurezza, almeno su questo niente timori: per gli scienziati non esiste realisticamente rischio di contagio in acqua. E gli stabilimenti balneari? Molto probabilmente seguiranno il calendario di bar e ristoranti, che riapriranno a giugno. Sarà un mondo "diverso", ignoto, quello dell'estate 2020: gli ombrelloni dovranno essere distanziati di almeno 6 metri e c'è anche l’ipotesi di uno spazio di 10 metri quadrati intorno a ogni ombrellone, con al massimo due lettini e una sdraio, che andranno però sanificati ogni volta che cambieranno i clienti. Tanti gestori si stanno organizzando con servizi di prenotazione sul web e turni di mezza giornata, per dare la possibilità a più persone l’accesso nelle spiagge attrezzate, evitando contatti troppo ravvicinati al bar e con erogatori di gel disinfettanti lungo le pedane. 

Siamo nel campo delle ipotesi, ma certo servirà un protocollo dell’Iss e del ministero della Salute che definirà le regole. E con tutte queste limitazioni, con l'ombra della crisi economica che incombe e meno soldi in tasca per tanti italiani, con la paura del contagio che comporta la necessità di seguire comportamenti all'insegna della totale sicurezza (sarà obbligatorio indossare la mascherina in spiaggia?), con i termoscanner per accedere agli stabilimenti balneari, quanti saranno davvero i turisti che decideranno di passare le giornate nelle spiagge attrezzate e nei locali sulla spiaggia? Per il settore turistico si preannuncia un'estate molto complicata. Il "tutto esaurito" sarà molto probabilmente un ricordo del passato. L'estate al mare è in molte località sinonimo di assembramento, e se sarà in vigore un qualche divieto di assembramento, come sarà possibile trovare un equilibrio sostenibile.

Ma sulla riviera romagnola ad esempio stanno già guardando avanti: a Rimini, tra le tante proposte si starebbero organizzando con servizio delivery, ovvero pranzo e cena sotto l’ombrellone, dalle ore 12 alle ore 24, quindi servizio bar in spiaggia e non al bancone del bar per evitare rischi di contagio. Con la possibilità di mangiare in spiaggia fino a tarda sera, ‘allungando’ gli orari di fruizione della parte a mare. Tutte le località poi dovranno puntare forte, come mai in passato, su una vera destagionalizzazione per allungare la stagione turistica fino all'autunno inoltrato, che potrebbe permettere di tirare un pò il fiato agli imprenditori del settore per poi ripartire il prossimo anno con un po' di certezze in più.

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