rotate-mobile
Giovedì, 25 Aprile 2024
Attualità

Coronavirus, perché l'app Immuni rischia di essere inutile

Per tracciare chi ha già avuto il coronavirus in Italia si userà l'app Immuni. "Solo se utilizzata da almeno il 70% degli smartphone l'app Immuni è utile", sostiene il biologo Enrico Bucci. Ma soltanto il 66% degli italiani ha uno smartphone

L'app "Immuni" è stata scelta dal governo per cercare di tenere sotto controllo il contagio da coronavirus: non sarà obbligatoria e non ci saranno limitazioni agli spostamenti per chi non la scarica (qui la nostra scheda su cos'è e come funziona Immuni). "Occorre un rafforzamento della strategia di mappatura dei contatti sospetti, il cosiddetto contact tracing, e di teleassistenza con l'utilizzo delle nuove tecnologie - ha detto ieri il premier Giuseppe Conte nella sua informativa in Senato -. L'immediatezza nell'individuazione dei contatti stretti dei casi positivi e il loro conseguente isolamento sono cruciali per evitare che singoli contagiati possano determinare nuovi focolai. Per questo, un'adeguata applicazione informativa direttamente disponibile su smartphone è uno strumento essenziale per accelerare tale processo".

In sostanza, per tracciare chi ha già avuto il coronavirus si userà l'app "Immuni", di cui si è parlato molto in questi giorni. "Il tracciamento - ha spiegato Conte - è necessario per evitare la diffusione del virus. Ma il suo utilizzo sarà su base volontaria e non ci saranno limitazioni per chi non la scarica". Il via libera all'app Immuni potrebbe arrivare solo dopo un voto del Parlamento, come chiesto dall'opposizione. Il rischio di arrivare tardi è però concreto, come vi spiegavamo qui.

Ma l'app Immuni sarà davvero utile? "Solo se utilizzata da almeno il 70 per cento degli smartphone l'app Immuni è utile", sostiene il biologo Enrico Bucci, professore alla Temple University di Philadelphia negli Stati Uniti. E per essere davvero utile nel tracciare i contagi, aggiunge Bucci, "l'app dovrebbe essere utilizzata da ogni fascia d'età della popolazione e in ogni zona del Paese. Ma soltanto il 66 per cento degli italiani ha uno smartphone - dice in un'intervista a Repubblica - e quindi il traguardo è irraggiungibile, a meno che lo Stato non distribuisca telefonini a chi non ne possiede".

"Se un contagiato, secondo l'indice RO, infetta 2,5 persone - spiega il biologo - ma di questa popolazione solo il 50 per cento usa l'app, l'altra metà non saprà di essere stata contagiata e dunque, con il RO abbassato a 1,25 (quindi maggiore di 1), l'epidemia non è affatto sotto controllo". "Ho parlato direttamente con chi ha sviluppato Immuni per chiedere se avessero fatto questi calcoli - dice Enrico Bucci - ma mi hanno risposto di no, perché nessuno glielo aveva chiesto. Insomma - conclude -, un'app ben fatta da punto di vista tecnico e per la protezione della privacy, ma inutile se la userà una percentuale della popolazione inferiore al 70 per cento".

App immuni coronavirus ANSA-2

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Coronavirus, perché l'app Immuni rischia di essere inutile

Today è in caricamento