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Martedì, 23 Aprile 2024
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Coronavirus, supermercati chiusi la domenica e orari ridotti: l'appello dei lavoratori

Su Change.org è stata lanciata una raccolta firme per chiedere al premier Conte la chiusura anticipata alle 18 e la chiusura domenicale e festiva dei supermercati durante l'emergenza coronavirus

Con l'entrata in vigore delle misure restrittive del Governo per fronteggiare l'epidemia del nuovo coronavirus in Italia, la maggior parte delle attività commerciali sono state costrette a chiudere. Sono rimasti aperti soltanto i rivenditori di beni di prima necessità, tra cui i supermercati, al centro di un acceso dibattito su orari e tutela dei lavoratori.

Coronavirus e supermercati, l'appello: “Orario ridotto e chiusura la domenica”

Mentre il Governo sta valutando di applicare misure ancora più restrittive, anche in merito alle aperture dei supermercati, sulla piattaforma Change.org è stata lanciata una raccolta firme per chiedere la chiusura anticipata alle 18 e la chiusura domenicale e festiva dei supermercati durante l'emergenza coronavirus. A lanciare l'iniziativa, che nel giro di quattro giorni è già vicina al traguardo delle 35mila firme, è stata Sara Tartaglione, dipendente di un supermercato: ''In questi giorni di incertezza vorrei che fossimo più tutelati anche noi lavoratori dei supermercati per questo chiedo al premier Giuseppe Conte di prendere in considerazione di far chiudere anche noi alle 18 e di restare chiusi la domenica e i festivi''. 

''Si richiede di non uscire di casa ma noi siamo costretti, e purtroppo nella maggior parte dei casi non veniamo forniti di mascherine e guanti: le persone continuano a affollare i punti vendita senza criterio, in molti casi prendendo “l’uscita spesa” come uno svago''.

''Non trovo tollerabile – prosegue l'appello - dover rischiare la salute per questi soggetti. Vorrei ci fossero più controlli con un max di una persona a famiglia per fare la spesa e senza sovraffollamento. Vorrei anche far presente che tanti di noi sono obbligati all’uso dei mezzi pubblici per poter raggiungere il proprio punto vendita, in molti casi facendo più cambi soprattutto nelle grandi città, mettendosi così ancora più a rischio"

''Abbiamo anche noi bambini e familiari a casa anziani o con fragilità, non vogliamo diventare veicoli per questa malattia. Vogliamo tutele – conclude la lavoratrice - e non essere considerati lavoratori e lavoratrici di serie b”.

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