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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Coronavirus, cinque proposte per affrontare l'emergenza nelle carceri

Bonafede in Senato: "12 detenuti morti e 40 agenti feriti. Lo Stato non indietreggia". I detenuti chiedono misure per la protezione dal coronavirus e contestano il divieto di visita. Gonnella (Antigone): "L'emergenza richiede nelle carceri provvedimenti immediati"

Il bilancio complessivo dei disordini e delle rivolte nelle carceri degli scorsi giorni è "di oltre 40 feriti della polizia penitenziaria (a cui va tutta la mia vicinanza e l'augurio di pronta guarigione) e purtroppo di 12 morti tra i detenuti per cause che, dai primi rilievi, sembrano perlopiù riconducibili ad abuso di sostanze sottratte alle infermerie durante i disordini". Lo ha detto il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede, durante la sua relazione al Senato sul caso carceri.

I detenuti chiedono misure per la protezione dal coronavirus e contestano il divieto di visita contenuto nel decreto del governo per limitare la diffusione del virus.

Rivolte carceri, Bonafede: "Lo Stato italiano non indietreggia di 1 cm"

"Mi piace sottolineare che in tutti casi più gravi le istituzioni si sono dimostrate compatte: magistrati, prefetti, questori e tutte le forze dell'ordine sono intervenuta e senza esitare rendendo ancora più determinato il volto dello Stato di fronte agli atti delinquenziali che si stavano consumando. Fuori dalla legalità e addirittura nella violenza non si può parlare di protesta si deve parlare semplicemente di atti criminali'' ha detto il ministro della Giustizia. "Lo dico anche per sottolineare che le immagini dei disordini e gli episodi più gravi sono ascrivibili a una ristretta parte dei detenuti  - ha sottolineato - la maggior parte di essi infatti ha manifestato la propria sofferenza e le proprie paure corresponsabilità e senza ricorrere alla violenza".

"Questo è un momento difficile per il  paese, ma il nostro dovere é chiarire, tutti insieme, che lo Stato italiano non indietreggia di 1 cm di fronte all'illegalità".

Da ieri è iniziato l'arrivo di 100mila mascherine per i penitenziari italiani: per garantire la tutela di tutti, chiunque a vario titolo entra in un istituto sarà munito di adeguati presidi sanitari. Lo riferisce il ministero della Giustizia, dove si continua a lavorare affinché le condizioni di tutti, operatori e detenuti, siano salvaguardate. L'approvvigionamento di presidi sanitari sarà utile per la più rapida ripresa dei colloqui dei detenuti con i propri familiari.

Antigone: "Cinque proposte per superare l'emergenza"

"12 morti tra le carceri di Modena e Rieti. E' questo il tragico bollettino delle proteste verificatesi in molti penitenziari italiani. Una violenza verso cose e persone che abbiamo chiesto in più occasioni, attraverso appelli diretti ai detenuti, di cessare e che ha anche danneggiato la maggior parte dei reclusi che hanno protestato pacificamente. Proprio la fine delle violenze è elemento fondamentale per portare avanti alcuni dei provvedimenti che già nei giorni scorsi auspicavamo per rispondere alle limitazioni che l'emergenza coronavirus ha portato anche nelle carceri". Queste le dichiarazioni di Patrizio Gonnella, presidente di Antigone, l'associazione per i diritti e le garanzie nel sistema penale.

"L'emergenza legata al diffondersi del Covid-19 - prosegue Gonnella - richiede nelle carceri provvedimenti diretti ad affrontare quanto sta accadendo, salvaguardando i più vulnerabili e i rapporti con le famiglie. Per questo, come Antigone, abbiamo avanzato 5 proposte all'Amministrazione Penitenziaria e alla Magistratura di Sorveglianza che potrebbero essere implementate nell'arco di pochi giorni, rispondendo all'urgenza e alla serietà che la situazione richiede" conclude il presidente di Antigone.

Carceri, incendi e rivolte da Nord a Sud

Ecco le 5 proposte:

  1. La direzione di ciascun istituto penitenziario provvederà all’acquisto di uno smartphone ogni cento detenuti presenti – con attivazione di scheda di dati mobili a carico dell’amministrazione – così da consentire, sotto il controllo visivo di un agente di polizia penitenziaria, una telefonata o video-telefonata quotidiana della durata di massimo 20 minuti a ciascun detenuto ai numeri di telefono cellulare oppure ai numeri fissi già autorizzati.
  2. L’affidamento in prova in casi particolari di cui all’art. 47-bis della legge 354/75 è esteso anche a persone che abbiano problemi sanitari tali da rischiare aggravamenti a causa del virus Covid-19.
  3. La detenzione domiciliare di cui all’articolo 47-ter, primo comma, della legge 354/75 è estesa, senza limiti di pena, anche a persone che abbiano problemi sanitari tali da rischiare aggravamenti a causa del virus Covid-19.
  4. Tutti i detenuti che usufruiscono della misura della semilibertà possono trascorrere la notte in detenzione domiciliare.
  5. La magistratura, nei limiti in cui lo riterrà possibile, trasformerà provvedimenti di esecuzione delle sentenze emesse nei confronti di persone che si trovano a piede libero, in provvedimenti di detenzione domiciliare.

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