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Giovedì, 18 Aprile 2024
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Il coronavirus attacca il cervello: uno studio italiano mostra i danni (anche senza febbre)

Una 25enne al lavoro in un reparto Covid di un ospedale milanese ha iniziato ad accusare tosse, poi perdita di olfatto e gusto. Niente febbre e nessun segno di polmonite ma una risonanza magnetica ha evidenziato l'anomalia al cervello data dal coronavirus

Non solo nei polmoni: il nuovo coronavirus Sars-CoV-2 riesce ad arrivare fino al cervello, alterando in particolare una regione cerebrale coinvolta nell'olfatto. La conferma arriva da neuroradiologi italiani dell'Irccs Humanitas di Rozzano (Milano), che descrivono sulla pagine di 'Jama Neurology' il caso di una loro giovane collega colpita da Covid-19, che fra i sintomi lamentava la perdita dell'olfatto, il cui cervello alla Risonanza magnetica mostrava delle alterazioni.

La paziente descritta dal team italiano, una neuroradiologa 25enne che lavorava in un'unità Covid dell'Humanitas, un giorno ha cominicato ad avere una tosse moderata, seguita da anosmia (la perdita dell'olfatto) e perdita parziale di gusto (ageusia). Non aveva febbre né crisi epilettiche e gli esami radiologici del torace non mostravano segni di polmonite. Lo stesso giorno viene eseguita una Risonanza magnetica cerebrale che evidenzia un'immagine anomala di una regione superficiale del cervello, il gyrus rectus destro. Questa regione della corteccia prefrontale, situata nella parte inferiore degli emisferi cerebrali, è coinvolta nell'olfatto. E i neuroradiologi notano anche la presenza di un ipersegnale nei bulbi olfattivi. Viene quindi eseguito il tampone naso-faringeo che risulta positivo.

"Sulla base dei risultati della Risonanza magnetica, tra cui lievi anomalie nel bulbo olfattivo, si può pensare che Sars-CoV-2 possa arrivare al cervello attraverso il percorso olfattivo e causare così disfunzioni olfattive sensoriali", commenta Letterio Salvatore Politi, responsabile dell'Unità operativa di Radiologia diagnostica di Humanitas, autore dello studio. "Sembra quindi che il virus abbia la capacità di penetrare, attraverso il bulbo olfattivo, nel sistema nervoso centrale e causare una compromissione diretta".

Così il coronavirus può arrivare al cervello

Gli odori vengono catturati dalle cellule olfattive (epitelio olfattivo) situate nelle cavità nasali, e il segnale chimico veicolato dalla molecola odorosa viene trasformato in impulsi nervosi. I neuroni dell'epitelio olfattivo inviano i loro assoni (conduttori di impulsi) nei due bulbi olfattivi. Le fibre nervose di queste strutture nervose trasmettono quindi informazioni al cervello, specialmente nella corteccia prefrontale. Questo spiega perché qualsiasi danno al bulbo olfattivo può portare alla perdita di odorato.

La conferma definitiva di questa azione diretta del coronavirus a livello cerebrale richiederebbe i risultati dell'analisi del liquido cerebrospinale (che occupa le cavità del cervello), che non era il caso di eseguire in questa paziente che aveva sviluppato una forma lieve della malattia. D'altra parte - conclude lo studio - l'esame del cervello dei pazienti affetti da Covid-19 deceduti documenterebbe questa compromissione, mostrando la presenza nella microscopia elettronica delle particelle virali nel tessuto cerebrale.

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