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Mercoledì, 24 Aprile 2024
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Coronavirus, il ministro Speranza: indice di contagio “leggermente sotto il dato 1”

A DiMartedì il ministro Speranza parla di “risultato straordinario” ma ribadisce: “Siamo ancora nel pieno di questa battaglia”. Imperativo non abbassare la guardia

La situazione in Italia resta seria ma si inizia a respirare qualcosa di nuovo, senza ovviamente abbassare la guardia. Lo dice il ministro della Salute Roberto Speranza. Intervistato ieri sera da Giovanni Floris a DiMartedì ha rivelato che, stando ai dati che vengono presentati dagli scienziati, l’indice di contagio è sceso “leggermente sotto il dato 1”. 

“I nostri scienziati ci danno questi dati abbastanza costantemente e in questo momento è molto probabile, ci dicono, che siamo leggermente sotto il dato uno”, sono le parole di Speranza. Il riferimento è all’ormai famoso indice di trasmissione del virus, indicato con il parametro “R con zero”. L’interruzione dell’epidemia, aveva spiegato nei giorni scorsi il professor Pierluigi Lopalco, epidemiologo e docente ordinario di Igiene all’Università di Pisa, coordinatore emergenze epidemiologiche della Regione Puglia, “si ha quando l’indice di trasmissione definito ‘R con zero’ è al di sotto di 1”, cioè “quando una persona positiva avrà la potenzialità di infettare meno di un’altra persona”. “Ciò si evince da diversi parametri a partire dal numero dei casi e dalla stima della quota di persone che possono contrarre ancora la malattia rispetto a chi ha invece sviluppato gli anticorpi”, aveva concluso Lopalco. 

L’indice di contagio sceso leggermente “sotto il dato 1”, dice il ministro Speranza, è un “risultato straordinario se si pensa che solo poche settimane fa eravamo sotto il tre e in alcune aeree del paese siamo arrivati addirittura a quattro”. Cosa significa? Che ancora pochi giorni fa “ogni persona contagiata ne contagiava altre quattro, altre tre, con una moltiplicazione di tipo esponenziale e con una curva che cresceva in maniera drammatica facendo vittime intasando i nostri ospedali, creando difficoltà ingestibili per il nostro personale sanitario”, ricorda Speranza. “Oggi essere intorno all’uno o come ci dicono nelle ultime ore addirittura leggermente sotto l’uno ci consegna una novità e cioè che le misure hanno funzionato e finalmente possiamo provare a programmare il futuro”. 

(L'intervento a DiMartedì del ministro Roberto Speranza dal minuto 1:08)

Coronavirus, nella fase 2 "dovremmo convivere con il virus"

Nel corso dell’intervista, il ministro Speranza ripete spesso il mantra ti questi giorni: non abbassare la guardia. “Le misure che sono state adottate dal governo e che la stragrande maggioranza degli italiani, a cui va la nostra gratitudine e il nostro apprezzamento, ha rispettato anche con tanti sacrifici, stanno iniziando a dare qualche primo risultato”, ammette infatti, ma “siamo ancora nel pieno di questa battaglia”. 

“Dobbiamo continuare a mantenere atteggiamenti rigorosi e continuare a fare tutto quello che è necessario per ridurre il contagio e in questo momento l’arma che abbiamo in mano è quella del distanziamento social e  del rispettare le regole, perché ahimè nonostante tutti gli sforzi della comunità scientifica internazionale al momento non ci sono certezze né di terapie né di vaccini, quindi dobbiamo continuare ad insistere su questo terreno come abbiamo fatto nelle ultime settimane, senza pensare di aver già vinto questa battaglia perché siamo ancora nel pieno di questa sfida”. 

“Programmare il futuro è giustissimo”, dice Speranza, “ma dobbiamo farlo con i piedi ben piantati per terra”, perché “basta poco per rovinare il lavoro fatto finora, bastano tempi sbagliati, atteggiamenti sbagliati, qualche leggerezza, un ottimismo eccessivo e rischiamo immediatamente di vanificare tutto quello fatto finora”

Quali saranno quindi le prossime tappe? Cosa succederà ad esempio dopo Pasqua? Per la cosiddetta fase 2 “dovremmo convivere con il virus, perché  il virus non scomparirà”, ricorda Speranza.  “Dovremmo immaginare modalità dell’organizzazione della nostra vita sociale, del nostro modello produttivo e della nostra organizzazione sanitaria nazionale che ci consentano di uscire poco alla volta dalla fase di blocco totale ma ci vorrà tempo e tantissima gradualità”. Sul piano delle sfide sanitarie, per Speranza è fondamentale "rafforzare il più possibile i nostri servizi sanitari territoriali, quelli domiciliari e quelli di prossimità perché ci siamo resi conto in questi mesi di quanto sia fondamentale la vicinanza, la velocità”, e poi investire ancora - più di quanto non sia già stato fatto, dice il ministro - sui covid-hospital, ossia gli ospedali specializzati per il trattamento dei pazienti con il Covid-19, superando il  “modello dell’ospedale misto”. 

Speranza ricorda poi l’avvio della campagna di testing e di quella sui test sierologici e l’impegno "per una nuova app che ci consenta di essere più veloci nel tracciare i nuovi casi positivi”. 

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