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Venerdì, 19 Aprile 2024
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La lezione di Khaled: "Quando non avevo nulla sono stato aiutato, è il momento di sdebitarmi"

Originario della Tunisia ma in Italia da 26 anni, Khaled Bejaoui ha deciso di impegnarsi come volontario della Caritas di Rimini per preparare i pasti agli anziani. "Ci sono passato, so quanto vale una parola di conforto o un gesto di solidarietà"

"Ho ricevuto tanto quando avevo bisogno e ora, semplicemente, è venuto il momento di restituire il favore a chi ne ha bisogno". Khaled Bejaoui, 47 anni, tunisino di nascita ma ormai cittadino italiano da 26 anni, ha deciso di impegnarsi come volontario della Caritas di Rimini per preparare i pasti agli anziani. Un modo di rendersi utile in un momento drammatico della nostra storia recente. 

"Ho letto l’appello su facebook del vicesindaco di Rimini, Gloria Lisi, e non ci ho pensato su due volte" racconta Khaled.  "Ecco il momento giusto, ecco l’occasione per ridare alla comunità riminese almeno una parte di ciò che mi ha dato. Ho chiamato in Caritas, ed eccomi. Ho dato una disponibilità totale, anche se al momento sono di turno uno o due giorni a settimana. Ho lavorato per tanti anni come stagionale, in Romagna ho imparato a fare tutti i lavori, per tanto tempo ho fatto il tuttofare negli alberghi ed ora lavoro come magazziniere. In questi anni ho lavorato anche in cucina ed è in questo ambito che sto dando una mano alla Caritas di Rimini, come aiuto cuoco".

Il suo lavoro? "Preparo i pasti per il “Giro nonni” e ho dato anche la disponibilità per portare io stesso a domicilio il mangiare", spiega il 47enne. "Sono in disoccupazione e non è facile in questo periodo, ma andrei anche a Roma di tasca mia se ce ne fosse bisogno".

"Quando ero in difficoltà la Caritas mi ha aiutato, ora tocca a me"

"Perché faccio questo, vi chiederete? Perché quando tutto sembrava perduto, la Caritas mi ha dato quello di cui avevo bisogno per uscire da un momento di grande difficoltà".

"Erano appena nati i miei due figli, un parto gemellare e mia moglie non aveva il latte. All’improvviso ci siamo accorti che da soli, questa volta, non ce l’avremmo fatta. È arrivata la disperazione, avevamo bisogno di tutto, dai pannolini al latte in polvere, non sapevamo come fare. Nel momento più buio ho deciso di rivolgermi alla Caritas, e loro ci hanno aperto le porte. Con quegli aiuti siamo riusciti a ripartire".

"Oggi i miei figli – Omar e Miriam –  hanno sei anni e vanno a scuola, in prima elementare" dice ancora Khaled. "Ecco perché, anche con quel poco che posso, sono felice di aiutare gli altri e dare una mano a chi mi è stato vicino. Io che ci sono passato so quanto vale una parola di conforto e un gesto di solidarietà. Oggi, che sta a me, non sono solo contento, ma anche orgoglioso, di poter dire io ci sono, contate su di me".

Il vicesindaco: "Il gesto di Khaled mi ha commosso"

L'esempio di Khaled "vale più di tante parole" è stato il commento del vicesindaco Lisi. "Quando ho saputo che ti sei attivato grazie al mio appello mi sono commossa. Non speravo tanto ma, se il bene genera altro bene, come ho imparato sia nel mio impegno nel volontariato che in quello attuale nelle Istituzioni, tu ne sei l’esempio più lampante. Non doni il superfluo, che non hai, ma te stesso. Pur in un momento difficile per tutti decidi di metterti in gioco senza calcoli. Il tuo, Khaled, non è solo un aiuto concreto ma anche e soprattutto un gesto di speranza, che è quello di cui abbiamo abbiamo bisogno e per cui la comunità riminese oggi, ti dice grazie".

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