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Martedì, 19 Marzo 2024
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Coronavirus, la giornata in diretta: tutte le misure per le regioni senza focolai

Quarantena domiciliare per "chiunque abbia soggiornato in zone a rischio epidemiologico", come i comuni della zona rossa: è una delle misure contenute nella bozza di ordinanza inviata in queste ore dal governo alle Regioni senza cluster. Tutte le ultime notizie

L'Italia affronta con misure drastiche il coronavirus: più di 300 (374 di cui 258 in Lombardia) persone contagiate secondo l'ultimo bilancio di mercoledì a metà giornata. Le vittime sono 12, tutti anziani con gravi patologie preesistenti. L'ultima persona deceduta, la 12esima vittima, è un 69enne del lodigiano, morto a Parma: già affetto da importanti patologie pregresse, proveniente da uno dei comuni della "zona rossa" lombarda, era stato ricoverato all'ospedale di Piacenza, poi trasferito in terapia intensiva a Parma. Tra i contagiati in Lombardia anche alcuni minori, la più piccola una bimba di 4 anni. Le condizioni non sono preoccupanti, alcuni sono già stati dimessi.

"A oggi ci sono 80.980 casi di Covid-19 in 33 paesi. Oltre il 95% dei casi è in Cina". A fare il quadro è il direttore Europa Oms, Hans Kluge.

Quarantena domiciliare per "chiunque abbia fatto ingresso in Italia negli ultimi quattordici giorni dopo aver soggiornato in zone a rischio epidemiologico", dunque chi rientra dalle aree della Cina, dai comuni italiani in 'zona rossa' e nei Paesi in zona a rischio "come identificate dall'Organizzazione mondiale della sanità". Questa è una delle misure contenute nella bozza di ordinanza, visionata dall'agenzia di stampa Adnkronos, inviata in queste ore dal governo alle Regioni senza cluster, ovvero che non hanno focolai interni di coronavirus. 

Coronavirus, che cosa bisogna avere ben chiaro in mente

Per capire quello che sta accadendo senza farsi prendere in alcun modo dal panico c'è un elemento che è importante sottolineare più e più volte: tutte le misure adottate servono a rallentare la diffusione del virus, che è la cosa basilare. Il motivo è semplice: una minoranza di chi è infetto ha bisogno di cure intensive. Tali cure si possono garantire quando il sistema sanitario non è sovraffollato. Evitare che il virus si diffonda permette che chi è contagiato e in seguito sviluppa sintomi gravi sia curato meglio se ci sono eventuali complicazioni: puro senso civico. Il tasso di mortalità ad esempio in Cina aumenta quando gli ospedali sono pieni (nella città di Wuhan è 10 volte più alto anche per questo motivo, secondo questo approfondimento di towardsdatascience.com). Il panico non è quindi in alcun modo giustificabile.

Conte: "Il panico è una reazione del tutto ingiustificata" 

Coronavirus, le misure per le regioni senza focolai

In tutte le Regioni stop anche alle gite scolastiche e alle visite di scambio e istruzione, che saranno sospesi al momento fino al 15 marzo. Tra le altre indicazioni, l’ordinanza prevede disinfettanti per le mani negli uffici della pubblica amministrazione, la pulizia straordinaria dei mezzi pubblici, una distanza di sicurezza tra le persone durante i concorsi pubblici.

"L'operatore di sanità pubblica contatta telefonicamente e assume informazioni, il più possibile dettagliate e documentate, sulle zone di soggiorno e sul percorso del viaggio, effettuato nei quattordici giorni precedenti ai fini di una adeguata valutazione del rischio di esposizione - viene spiegato nell'ordinanza, allo studio delle Regioni - accertata la necessità di avviare la sorveglianza sanitaria e l'isolamento fiduciario, l'operatore di sanità pubblica informa dettagliatamente l'interessato sulle misure da adottare, illustrandone le modalità e le finalità al fine di assicurare la massima adesione; accertata la necessità di avviare la sorveglianza sanitaria e l'isolamento fiduciario l'operatore di Sanità Pubblica informa inoltre il medico di medicina generale/pediatra di libera scelta da cui il soggetto è assistito".

Coronavirus, assenza di lavoro per motivi di sanità pubblica

"In caso di necessità di certificazione ai fini Inps per l'assenza dal lavoro, si procede a rilasciare una dichiarazione indirizzata a Inps, datore di lavoro, e medico curante in cui si dichiara che per motivi di sanità pubblica è stato posto in quarantena, specificando la data di inizio e fine". Stando alla bozza di ordinanza, l'operatore di sanità pubblica deve inoltre: "accertare l'assenza di febbre o altra sintomatologia del soggetto da porre in isolamento, nonché degli altri eventuali conviventi; informare la persona circa i sintomi, le caratteristiche di contagiosità, le modalità di trasmissione della malattia, le misure da attuare per proteggere gli eventuali conviventi in caso di comparsa di sintomi; informare la persona circa la necessità di misurare la temperatura corporea due volte al giorno (mattina e sera)".

Allo scopo di massimizzare l'efficacia del protocollo è indispensabile informare sul significato, le modalità e le finalità dell'isolamento domiciliare al fine di assicurare la massima adesione e l'applicazione delle seguenti misure: a. mantenimento dello stato di isolamento per quattordici giorni dall'ultima esposizione; b. divieto di contatti sociali; c. divieto di spostamenti e/o viaggi; d. obbligo di rimanere raggiungibile per le attività di sorveglianza.

Chi è in quarantena domiciliare -perché di ritorno dalle aree a rischio epidemiologico da coronavirus- in caso di comparsa di sintomi deve "avvertire immediatamente l'operatore di Sanità Pubblica; indossare la mascherina chirurgica (da fornire all'avvio del protocollo) e allontanarsi dagli altri conviventi; rimanere nella sua stanza con la porta chiusa garantendo un'adeguata ventilazione naturale, in attesa del trasferimento in ospedale".

Governo impugna l'ordinanza delle Marche per la chiusura delle scuole

"Con la sua decisione unilaterale di firmare un'ordinanza per la chiusura di tutte le scuole e Università della Regione Marche, il Governatore Luca Ceriscioli si sfila dall'accordo che era stato raggiunto solo poche ore prima nel corso dell'incontro tra governo e Regioni tenutosi alla Protezione Civile e viene meno all'impegno preso con tutti gli altri Governatori che invece si stanno attenendo alle disposizioni concordate" affermano i ministri degli Affari Regionali Francesco Boccia, dell'Istruzione Lucia Azzolina e dell'Università e della Ricerca Gaetano Manfredi.

"La sua decisione, peraltro, non trova riscontro in nessuna disposizione sin qui prevista dalle competenti autorità scientifiche. Pertanto, il governo, procederà a impugnare attraverso l'Avvocatura generale dello Stato l'ordinanza della Regione Marche".

Coronavirus, il manifesto con i dieci punti fermi

Dieci punti fermi, dalle indicazioni su come lavarsi le mani o pulire le superfici alle principali fake news puntualmente smentite, per curare l’“infodemia” legata al Sars-Cov-2 in luoghi ‘di passaggio’ come gli studi medici o le farmacie. A mettere a punto il manifesto, che ha raccolto l’adesione degli ordini professionali medici e delle principali società scientifiche e associazioni professionali, oltre che della Conferenza Stato Regioni, sono stati l’Istituto Superiore di Sanità e il Ministero della Salute. 

Il decalogo, stilato dal ministero della Salute per ridurre i rischi di contrarre il coronavirus, dovrà essere esposto non solo in scuole, università e uffici pubblici, ma anche negli esercizi commerciali. "I sindaci e le associazioni di categoria devono promuovere la diffusione delle" informazioni stilate dal ministero della Salute "presso gli esercizi commerciali".

  1. Lavati spesso le mani
  2. Evita il contatto ravvicinato con persone che soffrono di infezioni respiratorie acute
  3. Non toccarti occhi, naso e bocca con le mani
  4. Copri bocca e naso se starnutisci o tossisci
  5. Non prendere farmaci antivirali né antibiotici, a meno che siano prescritti dal medico
  6. Pulisci le superfici con disinfettanti a base di cloro o alcol
  7. Usa la mascherina solo se sospetti di essere malato o assisti persone malate
  8. I prodotti Made in China e i pacchi ricevuti dalla Cina non sono pericolosi
  9. Gli animali da compagnia non diffondono il nuovo coronavirus
  10. In caso di dubbi non recarti al Pronto Soccorso: chiama il tuo medico di base e se pensi di essere stato contagiato chiama il 112

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Coronavirus, chi sono le 12 vittime

  1. Adriano Trevisan, 78 anni di Vo’ Euganeo (Padova) morto il 21 febbraio all'ospedale di Schiavonia (Padova). Era ricoverato già da una decina di giorni per precedenti patologie. 
  2. Giovanna Carminati, 77 anni, residente a Casalpusterlengo, nel Lodigiano, è morta il 22 febbraio nella propria abitazione. La donna era malata da tempo; stava curando una polmonite ed è stata ritrovata morta in casa. Trovata positiva al coronavirus solo post mortem.
  3. Angela Denti, 68 anni, di Trescore Cremasco (Cremona) è morta il 23 febbraio all’ospedale di Crema. Era malata di tumore.
  4. Ernesto Ravelli, 83 anni, di Villa di Serio (Bergamo) è morto il 24 febbraio all’ospedale Papa Giovanni di Bergamo. L'anziano era già gravemente malato da tempo.
  5. Un uomo di 88 anni, nato a Caselle Landi, un centro di circa 1.500 abitanti della provincia di Lodi, è morto il 24 febbraio.
  6. Un uomo di 80 anni, residente a Castiglione d’Adda, sempre nel Lodigiano, è morto il 24 febbraio all’ospedale Sacco di Milano. Il 20 febbraio era stato portato dal 118 all'ospedale di Lodi per un infarto. L'anziano è stato ricoverato in rianimazione e, dopo essere risultato positivo al coronavirus, trasferito al Sacco.
  7. Un uomo di 62 anni, residente a Castiglione d'Adda, è morto il 24 febbraio all'ospedale Sant'Anna di Como. Era dializzato con importanti patologie croniche pregresse.
  8. Un 84enne di Nembro, in provincia di Bergamo, è morto il 25 febbraio.
  9. Un 91 anni di San Fiorano, è morto il 25 febbraio.
  10. Una donna di 83 anni di Codogno, è morta il 25 febbraio.
  11. Una donna di 76 anni di Paese è morta il 25 febbraio: era già ricoverata nel reparto di geriatria del Ca' Foncello di Treviso.
  12. Un 69enne di Lodi morto a Parma.

Tutti numeri verdi istituiti dalle regioni colpite dal nuovo Coronavirus per avere informazioni dettagliate.

  • Piemonte: 800 333 444
  • Lombardia: 800 89 45 45
  • Veneto: 800 46 23 40
  • Toscana: 800 55 60 60
  • Emilia-Romagna: 800 033 033
  • Provincia autonoma di Trento: 800 867 388

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