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Sabato, 20 Aprile 2024
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Coronavirus, il paradosso delle multe ai senzatetto: sanzionati perché non stanno a casa

La denuncia della onlus “Avvocato di Strada”: ''Fioccano le multe per i clochard che una casa non ce l'hanno''. L'appello rivolto al premier Conte, alle Regioni e ai sindaci: "Basta sanzioni"

“Restate a casa”. Un invito chiaro, semplice da rispettare: basta rimanere all'interno della propria abitazione, con l'uscita permessa soltanto per comprovate necessità. Un compito facile da portare a termine per tutti i cittadini, così da non incorrere nelle sanzioni previste per chi non rispetta le misure restrittive imposte dal governo per arginare la diffusione del nuovo coronavirus. O meglio, semplice da rispettare per quasi tutti i cittadini. Infatti, come fa a restare a casa chi una casa non ce l'ha? Parliamo dei circa 50mila senzatetto che vivono per le strade delle città italiane che, oltre alle difficoltà quotidiane che sono costretti ad affrontare, adesso devono anche fare i conti con le sanzioni previste per le persone che violano le norme.

Coronavirus, il paradosso delle multe ai senzatetto

A denunciare questa situazione paradossale è la onlus “Avvocato di Strada”: ''In Italia "stanno iniziando a fioccare i verbali redatti ai senzatetto per violazione dell'articolo 650 del Codice penale, non avendo rispettato l'obbligo di restare in casa per contenere la diffusione del coronavirus. Però si tratta di persone che, per definizione, una casa non ce l'hanno''.

L'associazione ha così rivolto un appello al premier Conte, ai sindaci e ai presidenti di Regione, chiedendo un intervento immediato: ''Bisogna occuparsi, e in fretta, di chi non ha un tetto sulla testa ed e' costretto a vagare per le città. Diciamo da più di 20 anni che chi vive in strada ha bisogno di una casa e di una residenza per potersi curare ma oggi, ai tempi del coronavirus, queste necessità assumono una drammatica urgenza. Ad aggiungere un carico su una situazione già paradossale stanno iniziando a fioccare i verbali redatti ai senza tetto".

Negli ultimi giorni sono fioccate le notizie di multe ai clochard, come sottolineato anche dall'Avvocato di Strada: ''È già successo a Milano, Modena, Verona, Siena e in tante altre città. Siamo a lavoro per chiedere le archiviazioni ma intanto continuiamo a porre la nostra domanda. Come fanno a restare a casa le persone che una casa non ce l'hanno?". 

L'appello porta la firma dal presidente Antonio Mumolo e da altri 60 avvocati che operano per la onlus nelle diverse città d'Italia. I cittadini senza una casa, secondo l'associazione, sono circa 50mila: ''Si tratta di persone che sono diventate talmente povere da finire in strada ed oggi non possono rispettare le ordinanze e decreti previsti dall'emergenza sanitaria che stiamo vivendo, tanto da essere addirittura incriminate perché vengono trovate in giro senza giustificazione. Queste persone sono costrette a vivere in strada perché fino ad oggi pochi si interessavano di loro e perché le risorse destinate ai servizi di primaria assistenza e all'emergenza abitativa erano poche o inesistenti. Adesso però non si può più far finta di nulla''. 

''Adesso – prosegue l'appello degli avvocati - stiamo duramente imparando che ci si salva solo insieme, ricchi e poveri, giovani e anziani, italiani e stranieri. Adesso dobbiamo trovare una soluzione anche per gli ultimi, perché, in questa situazione drammatica, abbiamo compreso che 'loro' siamo noi".

Coronavirus, l'appello: ''Basta multe ai senzatetto''

La nota della onlus termina con le richieste a Governo e Regioni:

  • di far cessare immediatamente l’irrogazione di sanzioni alle persone senza dimora per il solo fatto di trovarsi “fuori casa” senza motivo;
  • di stanziare somme per consentire ai comuni di fornire un tetto alle persone senza dimora, utilizzando palestre, capannoni o altri edifici pubblici o privati;
  • di garantire il diritto alla salute di queste persone consentendo loro l’accesso immediato alle cure ovvero assegnando loro un medico di base pur in assenza di residenza.

Per quanto riguarda i sindaci, l'Associazione chiede di:

  • di prolungare l’apertura delle strutture utilizzate per ricoverare d’inverno le persone senza dimora;
  • di velocizzare le procedure per iscrivere queste persone nelle liste anagrafiche in modo da poterle anche monitorare dal punto di vista sanitario.

''Speriamo -concludono gli avvocati - per la dignità di chi si trova in strada e per la salute di tutte le persone che si trovano oggi in Italia, che queste proposte vengano accolte celermente''. 

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