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Mercoledì, 24 Aprile 2024
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Coronavirus, la pulizia delle strade serve davvero?

In tante città grandi e piccole vengono eseguite pulizie straordinarie delle strade: furgoni che spruzzano sostanze chimiche e addetti con lance per raggiungere marciapiedi, semafori, corrimano. Ma serve a limitare la diffusione del coronavirus? Ci sono parecchi dubbi

In queste settimane, e almeno fino al 3 aprile, i cittadini italiani sono chiamati a restare in casa il più possibile per cercare di rallentare la diffusione del coronavirus. In tante città grandi e piccole vengono eseguite pulizie straordinarie delle strade, grazie al lavoro del personale addetto alla sanificazione delle vie: furgoni che spruzzano sostanze chimiche e addetti con lance per raggiungere marciapiedi, semafori, corrimano, e quant'altro.

Ma serve davvero a limitare la diffusione del coronavirus? Ci sono parecchi dubbi.

La via primaria di trasmissione del SARS-CoV-2 è rappresentata dalle goccioline emesse dalle persone infette: quindi saliva, colpi di tosse, starnuti, e poi i contatti diretti personali, le mani non lavate oppure lavate in maniera inappropriata che vengono portate poi alla bocca, al naso e agli occhi. E' bene ribadirlo. Secondo Franco Locatelli (ISS) l'eventuale contagio attraverso superfici "è assolutamente marginale rispetto a quello interumano, che resta la vera modalità di trasmissione". Il fatto che sia marginale significa che è possibile, certo, ma ci si dovrebbe concentrare soprattutto su come evitare le altre molto più frequenti modalità di trasmissione del virus.

La pulizia delle strade serve a limitare il contagio da coronavirus?

La disinfezione degli ambienti ha un ruolo importante quando si interviene su superfici che possono interagire con le vie di trasmissione umana (naso, bocca, occhi). Non ci sono evidenze del fatto che pulire le strade possa avere qualche utilità nel limitare la diffusione del coronavirus. Ovviamente è meglio che le strade di qualsiasi città siano pulite piuttosto che siano sporche, ma l'efficacia in questa precisa fase è tutta da dimostrare.

Il sindaco di Asti, Maurizio Rasero, ha riferito che "dal Servizio di Igiene Pubblica hanno detto che non serve a molto pulire le strade così come abbiamo visto in molti Paesi dell’Est. Meglio effettuare una disinfezione che è più appropriata e soprattutto farla sulle panchine, sui corrimani delle scale, maniglie e, in generale, su tutti quegli oggetti toccati da più persone. In questo momento preferiamo fare azioni che servono". Per questo motivo sono partite le operazioni straordinarie di sanificazione di tutti gli arredi pubblici con l’intenzione di effettuarle a cadenza regolare.

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Pulizia strade: ipoclorito di sodio inquina e può contaminare le falde

Restando in Piemonte, alcuni sindaci dei comuni piemontesi hanno chiesto un parere all'Arpa (Agenzia regionale per la protezione ambientale) sull'uso di ipoclorito di sodio. In sintesi, il messaggio dell'assessore all'Ambiente della Regione Piemonte, Matteo Marnati, e del direttore di Arpa Angelo Robotto è il seguente: non vi è evidenza che spruzzare ipoclorito di sodio all’aperto, massivamente, sui manti stradali, possa avere efficacia per il contrasto alla diffusione del virus dal momento che le pavimentazioni esterne non consentono interazione con le vie di trasmissione umana. Si ritiene invece che iniziative mirate, rivolte a superfici in ambiente interno o esterno destinate a venire a contatto con le mani, possano conseguire risultati migliori in ottica di prevenzione di diffusione del contagio. E' comunque da sottolineare che l’ipoclorito di sodio, componente principale della candeggina, è sostanza inquinante che potrà nel tempo contaminare le acque di falda, direttamente o attraverso i suoi prodotti di degradazione.

C'è anche un altro problema non da poco, l'efficacia di queste operazioni è limitatissima nel tempo: quando si sanificano strade e aree pubbliche, queste - non appena termina il lavoro degli addetti - sono nuovamente e continuamente contaminate da eventuali portatori del virus che passano o stazionano sulla pubblica via.

In definitiva, meglio città pulite che città sporche, certo. Ma per limitare il numero di positivi al test del coronavirus è necessario fare attenzione e adottare tutte le precauzioni possibili per arginare il contagio interumano.

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