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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Coronavirus, le previsioni: quando si azzereranno i contagi regione per regione

Uno studio dell'istituto economico Einaudi stima che - se tutti rispetteranno le regole - entro la fine di maggio l'Italia potrebbe vedere la luce in fondo al tunnel. E propone un prestito di 5mila euro alle famiglie per sostenere i consumi

Quando finirà l'emergenza coronavirus in Italia? Chiariamolo subito: dipenderà dagli italiani e dal modo in cui continueranno a seguire i comportamenti corretti per contenere il contagio. Se tutti faranno la propria parte entro la fine di maggio - alle tendenze attuali - potrebbero azzerarsi le nuove diagnosi di contagio da Covid-19, ma alcune regioni potrebbero raggiungere il risultato già nel corso di aprile. Sono i dati di un centro di ricerca universitaria di Roma, l’Einaudi Institute for Economics and Finance (Eief), che ha avviato un lavoro di ricerca sulla base dei dati forniti dalla Protezione civile, per formulare le prime proiezioni attendibili per l'attesa quota zero nei contagi.

Lo studio è stato condotto da Franco Peracchi, docente della Georgetown University e dell'Università di Roma Tor Vergata e per la prima volta cerca di fornire un orizzonte per l'azzeramento delle nuove diagnosi di Covid-19 fra il 5 e il 16 maggio.

La Toscana ad oggi sembra la regione più indietro nel piegare la curva. Potrebbe andare meglio in Trentino-Alto Adige che potrebbe vedere la luce in fondo al tunnel già il prossimo 6 aprile, seguita da Basilicata e Valle d’Aosta, poi Lazio.

Per le regioni più colpite ci vorrà più tempo, per il Veneto il giorno-zero sarà tendenzialmente dopo il 14 aprile, entro fine aprile traguardo anche per Lombardia ed Emilia-Romagna. Per la tendenza nazionale l’orizzonte è quello di maggio.

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Chiaramente non si tratterà di un ritorno alla normalità, ma una lenta rimozione dei limiti da valutare anche in base alle curve epidemiologiche.

Inoltre è bene notare che ad oggi non c'è una reale conoscenza dell'entità dell'epidemia, ma come ricorda l'autore dello studio, i dati dei positivi non sono pari al numero delle persone realmente infettate dal coronavirus.

Secondo i calcoli statistici pubblicati dall'Istituto Einaudi per l'Economia e la Finanzia (Eief), sulla base dei dati del 29 marzo emergono delle stime per ciascuna regione, dalle quali emerge che il 6 aprile il Trentino Alto Adige dovrebbe essere la prima regione a vedere l'azzeramento dei casi, seguita il 7 aprile da Liguria, Umbria e Basilicata, e poi da Valle d'Aosta (8), Puglia (9 aprile), Friuli Venezia Giulia (10 aprile), Abruzzo (11),  Veneto e Sicilia (14 aprile), Piemonte (15) Lazio (16), Calabria (17), Campania (20), Lombardia (22), Emilia Romagna (28), Toscana (5 maggio).

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Si tratta quindi di un'indicazione di tendenza, un'elaborazione statistica che è soggetta ad una continua revisione in base ai dati reali che arrivano dai territori. 

Un orizzonte che potrebbe aiutare anche a dare respiro all'economia del nostro Paese. Secondo una proiezione dello stesso istituto Eief si può calcolare che le famiglie più direttamente colpite dalla chiusura dell’attività, quelle cioè in cui almeno uno dei percettori di reddito lavora in una delle branche di cui il Governo ha disposto la chiusura, sono circa il 25% del totale. 

Coronavirus, la proposta: "Un prestito di 5mila euro a lungo termine"

Inoltre una quota rilevante delle famiglie esposte al blocco non ha abbastanza risparmi liquidi accumulati per far fronte all’associata perdita di reddito.

Gli autori dello studio spiegano come "un prestito di 5000 euro, in aggiunta ai depositi, sarebbe sufficiente a garantire che il 99% delle famiglie con lavoratori autonomi nei settori esposti al blocco abbiano disponibilità liquide almeno pari alla perdita di reddito. Dandogli la forma di un piccolo mutuo a lungo termine, per esempio a 15 anni con tasso fisso, anche ai valori correnti di mercato praticamente tutte le famiglie con lavoratori autonomi potrebbero affrontare questa crisi acuta senza pesare sui propri consumi, aggravando la già pesante recessione."

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