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Sabato, 20 Aprile 2024
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Coronavirus, tamponi ridotti invece che potenziati: Gimbe mostra il picco negativo

Il trend dei tamponi totali e di quelli diagnostici effettuati a partire dal 23 aprile mostrano una caduta in picchiata libera nelle ultime 2 settimane. Il monitoraggio indipendente della Fondazione GIMBE

Gli ultimi dati mostrano un rallentamento dei contagi ma il numero dei nuovi casi di coronavirus rimane un indicatore dipendente dal numero di tamponi diagnostici eseguiti. Se il commissario Arcuri lo scorso 4 giugno lodava la capacità di intercettare i focolai di coronavirus in Italia annunciando il testing di un italiano su tre entro fine 2020, ancora una volta i dati mostrano tutt'altro. Il trend dei tamponi totali e di quelli diagnostici effettuati a partire dal 23 aprile mostrano una caduta in picchiata libera nelle ultime 2 settimane.

Lo spiega il monitoraggio indipendente della Fondazione GIMBE che mette in luce anche come l'alto numero dei decessi che vengono ancora conteggiati, se da una parte può essere relativo a contagi non recenti, dall'altra potrebbe evidenziare come la sottostima dei morti emerso dal rapporto Istat sulla mortalità possa essersi progressivamente ridotto sino, verosimilmente, ad azzerarsi.

Coronavirus, i dati del monitoraggio indipendente

"Il monitoraggio della settimana 4-10 giugno - afferma il Presidente Nino Cartabellotta – conferma sia la costante riduzione del carico su ospedali e terapie intensive, sia l’ulteriore rallentamento dei contagi e, in misura minore, dei decessi".

In sintesi nell'ultima settimana sono stati poco meno di duemila i nuovi casi rilevati, oltre 500 i decessi, mentre si svuotano di un quarto i reparti degli ospedali. 

  • Casi totali: +1.927 (+0,8%)
  • Decessi: +513 (+1,5%)
  • Ricoverati con sintomi: -1.422 (-24,8%)
  • Terapia intensiva: -104 (-29,5%)

Resta la grande incognita dei tamponi. Come spiega Cartabellotta il trend dei tamponi totali e di quelli diagnostici (per la conferma di una guarigione) effettuati a partire dal 23 aprile mostrano una caduta in picchiata libera nelle ultime 2 settimane (complessivamente -12,6%). Il trend dei tamponi diagnostici è crollato del 20,7% in prossimità delle riaperture del 4 maggio, per poi risalire e precipitare nuovamente del 18,1% in vista delle riaperture del 3 giugno. Nell’ultima settimana si assiste a un lieve rialzo (+4,6%).

coronavirus tamponi regioni-2

L’incremento complessivo del 4,6% (+9.431) nella settimana 4-10 giugno, rispetto a quella precedente, non è il risultato di comportamenti omogenei su tutto il territorio nazionale: infatti, mentre 12 Regioni e Province Autonome fanno registrare un incremento assoluto dei tamponi diagnostici, nelle rimanenti 9 si attesta una ulteriore riduzione.

Da queste analisi emergono tre ragionevoli certezze:

  • innanzitutto il numero dei tamponi diagnostici, finalizzati all’identificazione di nuovi casi, è calato drasticamente alla vigilia delle due riaperture del Paese del 4 maggio e del 3 giugno;
  • in secondo luogo, dopo il crollo nella settimana 28 maggio-3 giugno, complice la doppia festività, nell’ultima settimana poco più della metà delle Regioni hanno aumentato il numero dei tamponi diagnostici rispetto alla precedente;
  • infine, proprio le Regioni con una circolazione del virus ancora sostenuta nell’ultima settimana hanno ulteriormente ridotto i tamponi diagnostici invece di potenziarli.

"L’attività di testing – conclude Cartabellotta – finalizzata all’identificazione dei nuovi casi, alla tracciatura dei contatti e a loro isolamento continua a non essere una priorità per molte Regioni: purtroppo, nella gestione di questa fase dell’epidemia, in particolare dove la diffusione del virus non sembra dare tregua, la strategia delle 3T non è adeguata".

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