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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Scuole, campi estivi e oratori: la fase 2 non sarà troppo diversa dalla fase uno

Il presidente del Consiglio superiore di sanità Franco Locatelli spegne gli entusiasmi: no, non sarà una estate in libertà

"Nei modelli sviluppati una riapertura delle scuole in concomitanza con il ripristino delle attività lavorative avrebbe comportato certamente l'andare oltre, e non di poco, il valore di 1 per l'indice di contagiosità. Abbiamo consegnato questa valutazione al Governo a cui spettano le decisioni". Lo ha detto il presidente del Consiglio superiore di sanità, Franco Locatelli, componente del Comitato tecnico-scientifico.

"Scordiamoci i campi estivi e gli oratori" ha detto Locatelli rispondendo a una domanda a margine della conferenza stampa alla Protezione Civile. "L'estate la pensiamo come un momento di recupero delle attività ludico sportivo dei bambini va benissimo però, come si fa a garantire il distanziamento dei bambini nel campo estivo?" ha spiegato il presidente del Css anticipando come l'accesso ai parchi dovrà essere contingentato per evitare che si creino le aggregazioni.

Come evidenziato Franco Locatelli la Fase 2 non sarà troppo diversa dalla fase uno. Per le iniziali fasi di apertura si va verso un processo graduale e ben ponderato contando sul "contributo offerto dal contact tracing". Punto cruciale sarà individuare eventuali focolai mantenendo la possibilità di assorbire i pazienti che avessero necessità di ricovero in terapia intensiva.

"Le scelte iniziali della fase 2" tengono conto dei "dati epidemiologici, dei profili lavorativi, con l'obiettivo di identificare dei settori produttivi la cui apertura consentisse di poter mantenere l'indice di contagiosità al di sotto di 1, in maniera da evitare la pressione sulle terapie intensive". Ebbene, "edilizia e manifattura, con le attività commerciali associate, sono i due settori che consentono di ottemperare a questo obiettivo", ha detto Locatelli. "Sono state fatte valutazioni relative all'uso dei mezzi pubblici da parte di questi lavoratori, che ci hanno permesso di stimare che il 15% di questi lavoratori usa mezzi pubblici".

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