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Mercoledì, 17 Aprile 2024
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Carabiniere ucciso, un'altra prof nella bufera per un post: "Un colpo in testa..."

Un'altra docente finisce nel mirino per un commento su Twitter. La sua risposta al sondaggio della Lega sulla "foto shock" dell'indagato bendato

Dopo il caso della prof novarese che ha "esultato" sui social per l'omicidio del carabiniere Mario Cerciello Rega (chiedendo poi scusa), un'altra docente, una 46enne torinese, finisce nel mirino per un commento su Twitter. La donna, che insegna in un liceo di Giaveno (Torino), ha infatti invitato le forze dell'ordine a valutare "un colpo in testa al reo, come fanno in ogni altro Paese".

Carabiniere ucciso, il messaggio della prof: "Un colpo in testa al reo"

Il messaggio dell'insegnante - riferisce Repubblica Torino - è comparso sotto il post nel quale la Lega chiedeva che cosa pensassero i follower in merito alla foto dell'americano bendato durante l'interrogatorio in caserma. "E' scioccante il fatto che sia stata scattata, pubblicata e che qualcuno si indigni pure dopo l'efferato crimine perpetrato contro il nostro carabiniere - ha replicato la docente -. Cari agenti della forze dell'ordine, quando è necessario e non vi è altra scelta un colpo in testa al reo, come fanno in ogni altro Paese".

Carabiniere ucciso a Roma, il luogo della tragedia

Una replica subito diventata bersaglio di critiche sui social network. Al quotidiano, però, la professoressa spiega che nel suo intervento si riferiva "non alla foto ma al massacro di un carabiniere in servizio. E' in un caso di pericolo come quello che, dico, le forze dell'ordine, hanno il diritto di intervenire, come scelta estrema con l'uso delle armi. Lo dice anche il codice penale: l'uso delle armi è consentito quando non ogni altro mezzo non è più sufficiente a tutelare la persona". La prof sottolinea dunque di essere stata "attaccata per l'espressione colorita che ho usato, ma intendevo questo".

Una spiegazione che però non è bastata a placare gli animi sui social. Queste le sue parole dopo le polemiche:

"Sono stata costretta a blindare il mio profilo per i continui insulti diffamatori cui sono stata oggetto tutto il pomeriggio, anche su Instagram, hanno scavato nella mia vita, violato la mia privacy. La mia colpa è aver difeso le forze dell'ordine. Procederò legalmente perché esser equiparata a chi ha offeso l'onore, il decoro, la dignità di un giovane carabiniere brutalmente massacrato, chi ha offeso l'intera Arma dei carabinieri e la famiglia della vittima, non può essere assolutamente equiparato al mio tweet che è stato strumentalizzato. Credo che nei miei confronti sia stato usato un comportamento squadrista".

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