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Giovedì, 28 Marzo 2024
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Bufera su Mentana dopo il post su Auschwitz, la replica dell'Ambasciata della Polonia

Piovono critiche sul direttore del Tg La7 dopo il suo intervento all'interno del dibattito sulla liberazione di Silvia Romano. Lui risponde: "Alcuni troll hanno provato a gettarmi fango"

Una polemica nella polemica. Le parole di Enrico Mentana all'interno del dibattito sulla liberazione di Silvia Romano hanno alzato un polverone, facendo scomodare anche l'Ambasciata della Polonia in Italia. Questo il post del direttore del Tg La7, commentando le dichiarazioni del leghista Simone Angelosante: "A tutti quelli che in queste ore fanno orrendi e insensati paragoni con chi tornò da Auschwitz (come quel consigliere regionale leghista che ha scritto "avete sentito di qualche ebreo che liberato da un campo di concentramento si sia convertito al nazismo e sia tornato a casa in divisa delle SS?") voglio solo sommessamente ricordare che il campo di Auschwitz sorgeva nella cattolicissima Polonia, e che lo stesso Hitler era cattolico battezzato e cresimato. Provate a riformulare il paragone ora".

Oltre alle critiche social, dove #Mentana è in vetta ai trend topic, ecco la replica dell'Ambasciata polacca: "A seguito delle parole del direttore Enrico Mentana riteniamo doveroso sottolineare che affrontando temi così complessi bisogna stare estremamente prudenti, evitare generalizzazioni ingiustificate e penalizzanti che sono sempre pericolose e impediscono un dibattito onesto. E' vero che la Polonia ai tempi della Seconda guerra mondiale era molto cattolica. E' necessario però, sempre e soprattutto, sottolineare che durante quel conflitto globale la Polonia era occupata dai nazisti (scritto in caratteri cubitali, ndr), quindi ogni affermazione che può suggerire o far presupporre che Auschiwtz era stato costruito in Polonia, perché essa era cattolicissima, mettendo quindi in relazioni questi due elementi, è profondamente sbagliato, ingiusto e ingiustificato". 

Il "più grande campo di concentramento - si legge in conclusione - è stato localizzato in Polonia, ma certo non per questa ragione, ma piuttosto è in Polonia che viveva il maggior numero di ebrei in Europa e che la posizione era facilmente raggiungibile da trasporti da tutti i territori occupati dai nazisti".

La risposta di Enrico Mentana

Fine della questione? No. Enrico Mentana ribadisce la sua posizione in un nuovo post, puntando il dito contro gli odiatori del web: "Alcuni troll hanno provato a gettarmi fango (la materia di cui son fatti) per il post su Auschwitz, aizzando pure l'incolpevole ambasciata polacca - si legge nell'ultimo post su Facebook  - Fanno solo pena e ribrezzo, ma del resto lo facevano già prima. Come è successo a altri troll di diversa tribù poche settimane fa, la loro 'sollevazione' serve soltanto a rendere più visibile la struttura dei gruppi organizzati e affiliati sul web, materiali per lo studio dele 'echo chambers' e delle reti di propaganda social. Ribadisco ovviamente quel che ho scritto, e che del resto è stato da subito ben chiaro a tutti i lettori italiani non malintenzionati. Quelli che si indignano quando leggono frasi come 'Avete mai sentito di qualche ebreo che liberato da un campo di concentramento si sia convertito al nazismo e sia tornato a casa in divisa delle SS?' nel giorno del ritorno di Silvia Romano".

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