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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Riace, i migranti incontrano il sindaco: "Non vogliamo andare via da qui"

Contestati dal ministero dell'Interno gran parte dei progetti messi a punto dal sindaco-simbolo dell'integrazione, Mimmo Lucano, ora ai domiciliari con l'accusa di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina. Gli stranieri ospitati dal comune calabrese saranno tutti allontanati: "Vogliono distruggerci"

Dopo l'arresto del sindaco Mimmo Lucano, il Dipartimento per le Libertà civili e l'immigrazione del ministero dell'Interno con una nota dice "stop al progetto Sprar di Riace" con i "migranti presenti nel Comune" che "saranno trasferiti altrove". In generale, i progetti Sprar (Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati) vengono rinnovati ogni tre anni: nel caso di Riace si parla del triennio 2017-2019, ma già dall’estate scorsa il Viminale - spiegano le fonti - aveva bloccato alcuni pagamenti per anomalie nella documentazione presentata dall’amministrazione locale. Insomma, non si tratta di un fulmine a ciel sereno.

Nel 2018 il comune di Riace non ha ricevuto fondi e il 30 luglio scorso il sindaco Mimmo Lucano (finito agli arresti domiciliari due martedì fa per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina e fraudolento affidamento diretto del servizio di raccolta dei rifiuti) era stato avvisato della revoca dei finanziamenti, diventata ufficiale all’inizio di questa settimana (qui il documento del Viminale in PDF).

I migranti di Riace, secondo fonti del Viminale, verranno trasferiti già dalla prossima settimana, e nel giro di un mese dovrebbero essere ricollocati in altri centri. Il coordinamento delle operazioni è affidato al Servizio centrale, ufficio istituito dall’Anci (in base a una convenzione con il Viminale) e che gestisce la rete Sprar. Si sottolinea, continuano le fonti, che la convenzione del ministero con Anci, l’approvazione del progetto Sprar a Riace e i primi stop ai finanziamenti per presunte irregolarità si riferiscono a gestioni precedenti all’arrivo di Matteo Salvini al ministero.

Come funziona il 'modello Riace' di Mimmo Lucano, il sindaco ribelle alle "leggi balorde" 

Alcuni scatti da Riace

"Chi sbaglia, paga. Non si possono tollerare irregolarità nell’uso di fondi pubblici, nemmeno se c’è la scusa di spenderli per gli immigrati", è il commento del ministro dell'Interno Matteo Salvini. Ma per il presidente della Regione Calabria, Mario Oliverio, il trasferimento dei migranti "è una decisione assurda e ingiustificata. Mi auguro che dietro tale decisione non si celi l'obiettivo di cancellare una esperienza di accoglienza, estremamente positiva, il cui riconoscimento ed apprezzamento è largamente riconosciuto anche a livello internazionale". E chiede "al Ministro dell'Interno di rivedere questa decisione".

Addio al "modello Riace", parla il sindaco: "Vogliono distruggerci"

Ad essere messo in discussione è tutto il "modello Riace", quell'accoglienza diffusa che aveva rianimato un paese morente. L'uso delle case vuote per ospitare gli stranieri e il mancato aggiornamento delle banche dati sono stati tra gli elementi più contestati dal Viminale. Ma il comune non ha intenzione di piegarsi e già prepara il ricorso al Tar che potrebbe sospendere la delibera. "Vogliono soltanto distruggerci. Nei nostri confronti è in atto ormai un vero e proprio tiro incrociato. I nostri legali, comunque, stanno già predisponendo un ricorso al Tar contro la decisione del Viminale". Lo dice il sindaco di Riace, Domenico Lucano, in relazione alla circolare del Ministero dell'Interno. "Io mi chiedo come sia possibile pensare di distruggere in questo modo il 'modello Riace', descritto da innumerevoli personalità, politici, intellettuali, artisti, come un'esperienza straordinaria. Non si può cancellare una storia semplicemente straordinaria e che ha suscitato l'interesse e l'apprezzamento di tutto il mondo. Lo Stato continua incredibilmente a darci addosso. La mia amarezza è immensa", ha aggiunto Lucano.

I migranti al sindaco: "Non vogliamo andare via"

Cresce la preoccupazione tra i migranti che vivono a Riace. Alcuni giovani che vivono da tempo nel centro del reggino hanno voluto esprimere il loro punto di vista direttamente al sindaco Domenico Lucano, facendogli visita nella casa in cui dal 2 ottobre si trova agli arresti domiciliari. "Non vogliamo andare via da Riace. Qui c'è la nostra nuova vita", hanno detto.

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