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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Open è online: tutto quello che c'è da sapere sul giornale di Mentana

Esordio per il giornale online ideato dal giornalista di La7. Massimo Corcione, già vice direttore di Mentana ai tempi del TG5, ha l'incarico di direttore responsabile. Serena Danna vice-direttore e Sara Menafra responsabile della sede romana

Open è online. E' cominciata stamattina, martedì 18 dicembre, l'avventura editoriale del giornale nato sul web per iniziativa di Enrico Mentana. Nella homepage del sito ci sono i primissimi contributi editoriali dalla redazione, sulla manovra, sul voto dei giovani per l'Europa, sull'identità sessuale e sul caso Dj Fabo. Articoli che danno già la connotazione al giornale: spazio alle storie rivolte ai giovani e ai temi dell'attualità. Enrico Mentana è editore e amministratore unico. Direttore responsabile è Massimo Corcione, ex direttore di Sky Sport ed ex vice direttore del Tg5, Serena Danna è vice-direttore e Sara Menafra è responsabile della sede romana. Ruolo fondamentale lo avrà anche David Puente, uno tra i più importanti debunker e "cacciatori di bufale" in Italia. La parte tecnica di sviluppo della pagina online è stata invece affidata a D-Share, azienda guidata da Alessandro Vento. In redazione a Milano e Roma ci sono 25 giornalisti, più 4 dipendenti con altri profili, ad esempio esperti web. 

Open, il giornale di Mentana è online

"Era una scommessa e anche una promessa far nascere un giornale direttamente sul web - scrive il direttore del Tg La7 ed editore della nuova testata nel suo editoriale di benvenuto -. Un triplo salto generazionale, per la tecnologia, per l'età di coloro che sono stati scelti per realizzarlo, e per quella di chi vorremmo lo leggesse, insieme a quanti magari giovani non sono più, ma hanno ancora fame di nuova informazione". Mentana lo definisce "un post giornale, aperto al nuovo, alle contaminazioni, aperto 24 ore al giorno, aperto ai contributi e alle critiche. OPEN, appunto". Mentana parla nel suo primo editoriale per Open di un giornale "gratis" che vivrà di entrate pubblicitarie, "senza un euro dello Stato, né di aiuti né di provvidenze, in libertà. Senza pregiudizi e senza tifare né gufare", che ha come editore "una società senza scopo di lucro", per cui quello che riuscirà a realizzare di utili sarà reinvestito nel giornale. Lo stesso Mentana sarà anche il garante economico dell'intera operazione. Questo significa che, se le entrate pubblicitarie dovessero essere inferiori ai costi, sarà lo stesso direttore a ripianare i debiti. La raccolta pubblicitaria verrà sostenuta da una delle concessionarie di Urbano Cairo, editore di La7.

Open di Mentana: le cose da sapere

Design minimal, sfondo grigio scuro, il logo con la O aperta, Open dà molto spazio alle immagini, con l'editoriale di benvenuto di Mentana e poi quattro articoli in evidenza disposti a quadrato, e una serie di categorie che spaziano da Mondo, a Le nostre storie, passando per La cronaca, L'economia, Suoni e visioni e Lo Sport. L'indirizzo internet di Open è www.open.online. Le performance migliori del sito si registreranno su un dispositivo mobile, soprattutto da smartphone. La versione per desktop, infatti, viene presentata come facoltativa. La prima domanda che il sito pone al lettore è quella di scegliere la modalità di navigazione: Compact o Classic. Da desktop, si chiede se il lettore è intenzionato a proseguire ugualmente con la versione per desktop.

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Il progetto di Open è nato circa cinque mesi fa, quando il direttore del Tg La7 affidò ai suoi canali social un annuncio inaspettato: l'intenzione di assumere alcuni giovani giornalisti per avviare una nuova impresa editoriale. Con lo stesso post, il giornalista forniva una mail per le candidature, con scadenza al 10 settembre 2018, fornendo qualche informazione in più sui requisiti richiesti. "Dovrete saper trasmettere in diretta, filmare, fotografare, conoscere i principi dell’impaginazione online. E perché no anche avere nozioni di grafica e linguaggio web. Se pensate che siano "un mucchio di cose" (si leggono commenti anche peggiori) allora avete poca familiarità con il mestiere odierno del giornalista". Anche il limite d'età, 33 anni, era più un'indicazione che un vincolo, visto che diversi candidati approdati alla selezione finale superano quella quota.

Da quel momento in poi c’è stata una vera e propria corsa contro il tempo, fino ad arrivare al lancio del sito: "La scelta del nome della testata - si legge nel pezzo d’apertura - è ricaduta su OPEN in parte perché è una delle poche parole inglesi di cui tutti conoscono il significato e su cui non può esserci ambiguità nella pronuncia, ma soprattutto perché rimanda al concetto di apertura, la stessa che OPEN avrà nei confronti dei nuovi fenomeni, temi e voci che caratterizzano l'epoca in cui viviamo".

In bocca al lupo a Open dalla redazione di Today.it
 

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