Capitano Ultimo senza scorta, l'amarezza di Rita Dalla Chiesa: "Decisione incredibile"
Sergio De Caprio è l'uomo che nel 1993 arrestò il boss Totò Riina. Rita Dalla Chiesa, nel giorno dell'anniversario della morte del padre, commenta: "Mio padre è stato abbandonato dallo Stato, Salvini non ripeta lo stesso errore con il capitano Ultimo"
Sergio De Caprio, noto all'opinione pubblica come Capitano Ultimo, è l'uomo che nel 1993 arrestò il boss Totò Riina. In seguito ad una decisione dell'Ucis (Ufficio centrale interforze per la sicurezza personale), dal 3 settembre 2018 non ha più diritto all'auto blindata di cui si è servito nel corso di questi ultimi anni. Era stato lo stesso Ultimo, alla vigilia della perdita della tutela, a sfogarsi con una serie di tweet corredati dall'hashtag "#no mobbing di Stato". "La mafia di Bagarella e di Riina non sono più un pericolo. Cara mamma, c'era una volta la sicurezza dei cittadini", ha scritto il Capitano Ultimo protestando contro la revoca della sua scorta effettiva a partire da oggi.
Rita Dalla Chiesa e l'appello per il Capitano Ultimo senza scorta
La prima a sollevare la questione, con tanto di appello via social rivolto al ministro dell'Interno, era stata la presentatrice tv Rita Dalla Chiesa. "Dal 3 settembre verrà tolta la scorta al Capitano Ultimo. A colui che arrestò Totò Riina. Il 3 settembre venne anche ucciso mio padre. Ministro Matteo Salvini, lei sa di questa aberrante decisione? La scorta a Saviano sì, e a Capitano Ultimo no?", aveva scritto su Facebook la figlia del generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, assassinato dalla mafia il 3 settembre 1982. "E' una decisione incredibile quella della revoca della scorta, incredibile che non si siano alzate più voci. Sono indignata, dispiaciuta e amareggiata, non riesco a capirne fino in fondo i motivi", ribadisce oggi - intervistata da TPI - sulla decisione di revocare la scorta a Sergio De Caprio. E' uno Stato che continua a commettere gli stessi errori? "Sembra di sì, eppure le persone sono cambiate, ci si sarebbe aspettato un atteggiamento diverso. Non sono andata a Palermo oggi per ricordare mio padre anche per questo motivo, ho preferito stare vicino a Ultimo. Nella sua solitudine ho riconosciuto la stessa di mio padre. Ma la solitudine cui è lasciato un uomo che ha fatto tanto per noi, per i cittadini, per questo stesso Stato, non può essere dimenticata o minimizzata", ha aggiunto.
A commentare la notizia, sempre via social, è il diretto interessato. "I peggiori sono sempre quelli che rimangono alla finestra a guardare come andrà a finire. Sempre tutti uniti contro la mafia di Riina e Bagarella. No omertà No mobbing di Stato", "La sicurezza dei cittadini non è una passerella, non è una macchina del voto. Bagarella e la mafia sono un pericolo, chi dice il contrario deve dimostrarlo oppure deve occuparsi di altro", sostiene Ultimo in alcuni tweet. E ancora, a corredo del video di un'intervista al generale Dalla Chiesa, Ultimo protesta contro "l'ingiustizia che sostiene la mafia di Riina e Bagarella e fa uccidere i combattenti del Popolo" mentre, dopo aver condiviso la petizione per il "reintegro immediato" della sua scorta, ringrazia i suoi sostenitori "per il coraggio, per l'esempio di fratellanza che ancora una volta gli stanno dando".
Revocata la #scorta al #CapitanoUltimo. 3 settembre @ritadallachiesa. X ufficio #sicurezza #ucsi #Bagarella e la #Mafia non sono un pericolo. Ma #chilhanominato il comandante dei #carabinieri #giovanniNistri? No #mobbing di Stato. pic.twitter.com/HWLaoJUSFr
— Capitano Ultimo (@UltimoUMC) 2 settembre 2018
Intanto ieri la presidente di Fratelli d'Italia Giorgia Meloni ha annunciato che presenterà un'interrogazione al ministro dell'Interno Salvini in quanto "gli eroi che hanno combattuto e che combattono la mafia - ha spiegato su Facebook - devono essere sostenuti e difesi dallo Stato". "Ci sono delle circostanze che vengono valutate a livello centrale e a livello locale. Lo Stato non abbandona nessuno", ha invece sottolineato oggi il sottosegretario all'Interno Stefano Candiani.
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