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Venerdì, 29 Marzo 2024
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Russiagate, Conte al Copasir: "Mai parlato con il ministro Usa Barr"

Il presidente del Consiglio, in conferenza stampa da Palazzo Chigi, ha voluto fare chiarezza sul caso: ''Gli Stati Uniti hanno chiesto informazioni a giugno, non ad agosto, durante la crisi di governo''

Dopo l'audizione al Copasir, il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ha voluto fare chiarezza sul caso Russiagate durante una conferenza stampa da Palazzo Chigi: ''Ho il dovere anche di fronte ai cittadini e all'opinione pubblica di riferire alcuni elementi di questa vicenda anche perché ha suscitato un tale clamore mediatico che ne sono nate una serie di ricostruzioni fantasiose che rischiano di gettare ombra anche sul nostro operato istituzionale e non possiamo permettercelo".

Russiagate, Conte: ''Mai parlato con Barr'' 

"Barr ha fatto pervenire attraverso canali ordinari diplomatici la richiesta di avere uno scambio preliminare di informazione con la nostra intelligence - spiega Conte - al fine di verificare l'operato di agenti americani, cioè il quesito era di verificare l'operato dell'intelligence americana".

"Quindi - aggiunge - la premessa di questa richiesta è avvenuta da parte dell'interlocutore americano con il presupposto di non voler mettere in alcun modo in discussione l'operato dell'Italia".

Il premier ha anche smentito il collegamento con un tweet del presidente Usa: "E' stato detto che il famoso tweet del presidente Trump che esprimeva apprezzamento nei miei confronti sarebbe collegato a questa vicenda. E' falso". 

Russiagate, Conte: "Dagli Usa una richiesta a giugno"

''La richiesta americana è stata fatta ad agosto? Falso, risale a giugno. E non è arrivata dal presidente Trump ma dal ministro Barr. Trump non mi ha mai parlato di questa inchiesta'', ha anche affermato Conte. Barr ha avanzato una “richiesta” all’Italia per avere informazioni e “verificare l’operato degli agenti americani. Cioè il quesito era di verificare l’operato dell’intelligence americana”, ha specificato il premier. Il quale ha puntualizzato: ''Non ho mai interloquito con Barr, neanche al telefono”''e che l’intelligence italiana è “estranea” al caso Russiagate su cui indagano gli Usa''.

Russiagate, Conte: "Se ci fossero stati illeciti avrei dovuto denunciare i servizi segreti"

"Se ci fossero stati illeciti, io avrei avuto l'obbligo di segnalare all'autorità giudiziaria, avrei fatto scattare una denuncia" e la vicenda "avrebbe preso una piaga diversa".

Le richiesta pervenute da Barr "erano sull'intelligence americana di stanza a Roma, è chiaro che non venivano a chiedere a noi cosa fa la Fbi qui. C'era la possibilità che avessero lavorato con la nostra intelligence, abbiamo fatto le opportune verifiche" riscontrando che non era così.

"Se tornassi indietro - ha concluso il premier - non farei e non potrei fare diversamente perchè questa indagine preliminare la sta conducendo un nostro alleato e Barr che è responsabile Fbi e controspionaggio. Se ci fossimo rifiutati di sederci a un tavolo, avremmo arrecato un danno al nostro comparti di intelligence e fatto anche una grave scortesi a un nostro alleato storico".

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