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Martedì, 19 Marzo 2024
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"Eroismo umile": una sartoria popolare per donne vulnerabili in cerca di riscatto

Nel quartiere torinese Barriera di Milano aprirà la sartoria popolare del Gruppo Abele, la onlus fondata negli anni Sessanta da don Ciotti: un aiuto concreto alle donne in condizioni di vulnerabilità in cerca di riscatto e un luogo aperto ai residenti

Fili che si intrecciano, colori diversi che si mescolano, una trama di forme e sfumature che prende vita da tanti elementi singoli che si uniscono e creano qualcosa di unico. A Torino, nel quartiere periferico e multietnico Barriera di Milano, aprirà una "sartoria popolare per donne vulnerabili", uno spazio all'interno del centro diurno femminile Drop House del Gruppo Abele: un luogo aperto di lavoro e aggregazione. Per realizzarla è stata lanciata lo scorso 26 settembre una campagna di crowdfunding tramite Produzioni dal Basso, che nell'arco di appena dodici giorni ha raggiunto e superato l'obiettivo che gli organizzatori avevano prefissato, ossia 5mila euro, che andranno ad aggiungersi ai 15mila messi a disposizione dalla Fondazione Enrico Eandi per aprire la sartoria.

Dalla Drop House del Gruppo Abele, la onlus fondata a Torino nel 1965 da don Ciotti, passano ogni settimana circa duecento donne. Sono italiane ma anche migranti, che si trovano in situazioni di vulnerabilità. "Siamo attivi nel quartiere dal 2008, ci siamo evoluti insieme ad esso. Ascoltando i bisogni delle donne che accedono al nostro servizio abbiamo capito che molte di loro avevano il desiderio di rilanciarsi e l'esigenza era di fare attività e laboratori per aiutarle e professionalizzarle", spiega a Today Teresa Giani, referente della Drop House. "Si tratta di donne che a volte vivono un disagio economico o sociale, con alle spalle un percorso di migrazione (dall'estero ma anche dal Sud dell'Italia), che spesso sono il perno centrale della loro famiglia oppure sono sole, in certi casi vittime di violenza o senza fissa dimora, le quali a un certo punto hanno sentito il bisogno di trovare un punto di riferimento sul territorio e sono arrivate nel nostro centro diurno". Donne vulnerabili, si è detto, ma che hanno dentro anche tanta energia e forza: un "eroismo umile", il loro. "Molte hanno visto e affrontato di tutto e ora vogliono rilanciarsi. Nel cercare un lavoro che dia loro autonomia e dignità diventano quasi delle eroine", dice Giani.

sartoria popolare gruppo abele torino 2-2-2

(foto archivio Gruppo Abele)

Il progetto della sartoria popolare "In-Tessere" prevede due fasi: la prima consiste nell'allestimento di una scuola di cucito, poi la sartoria vera e propria, aperta anche a tutto il quartiere, nella quale le donne potranno mettere in pratica ciò che hanno imparato e i residenti potranno accedere liberamente e usufruire dei macchinari. "L'idea è quella di creare una sartoria popolare che possa essere un punto di riferimento in Barriera di Milano. Non solo un posto dove le donne possano fare un corso e professionalizzare ma anche un luogo di aggregazione nel quartiere, al quale possano accedere tutti", chiarisce Giani.

Nonostante sia già stato raggiunto l'obiettivo economico prefissato, la campagna di crowdfunding è ancora aperta e si chiuderà il 26 ottobre. Il denaro che continuerà ad essere raccolto fino a quella data sarà usato per creare un nuovo, ulteriore servizio: uno spazio bimbi per le donne della sartoria. "Spesso le donne che arrivano alla Drop House hanno bambini da tra 0 e 3 anni, che non possono quindi accedere ai nidi, a volte arrivano qui senza legami familiari o parentali che possano aiutarle. Abbiamo già uno spazio per loro ma al momento è aperto solo per alcune attività. L'idea è di aprirlo anche nella fascia oraria della sartoria, in modo che i bambini possano giocare mentre le mamme lavorano".

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