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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Saviano e la polizia "litigano" sui social: "Che pena"

Per lo scrittore napoletano la polizia è stata "ridotta a servizio dʼordine per la campagna elettorale di un partito", la Lega. La replica: "Che pena leggere commenti affrettati e ingenerosi"

Roberto Saviano ha scritto un tweet critico nei confronti del ministro dell'Interno Matteo Salvini, citando la Polizia di Stato, e quest'ultima ha risposto con un tono non convenzionale, soprattutto perché di solito l'account Twitter della Polizia non risponde ai singoli utenti e non interviene nelle discussioni, e forse poco istituzionale. E' l'ultima polemica social che coinvolge lo scrittore napoletano autore di Gomorra.

Botta e risposta su Twitter tra Roberto Saviano e la polizia

"La polizia di Stato - afferma Saviano su Twitter, criticando il vicepremier Salvini - che sequestra striscioni e telefonini, ridotta a servizio d'ordine per la campagna elettorale di un partito. Che pena". Saviano critica Salvini per il modo in cui il governo ha gestito il "caso Casal Bruciato" - il quartiere di Roma dove da alcuni giorni CasaPound sta protestando contro l'assegnazione legittima di una casa popolare a una famiglia rom - e se la prende anche con la polizia. Secondo lo scrittore, la polizia si sarebbe ridotta a "fare da servizio d’ordine" per la campagna elettorale della Lega.


Il riferimento è ad una serie di notizie recenti (il caso in cui agenti della polizia sono intervenuti per rimuovere striscioni critici nei confronti del governo e quello della ragazza di Salerno a cui era stato sequestrato il telefono dopo che si era fatta un video-selfie ironico con Salvini).

Questa la risposta stizzita dall'account ufficiale della Polizia su Twitter: "La polizia di Stato serve il Paese e non è piegata ad alcun interesse di parte. Chi sbaglia paga nelle forme prescritte dalla legge. Che pena leggere commenti affrettati e ingenerosi per dispute politiche o per regolare conti personali".

Il tono del tweet della Polizia di Stato è stato giudicato inopportuno e poco istituzionale da alcuni. Qui sotto, il commento di Arianna Ciccone, fondatrice dell'International Journalism Festival e del blog collettivo Valigia Blu. 



 

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