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Venerdì, 29 Marzo 2024
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Erba, il revisionismo e gli ispettori del ministero: "L'ennesima croce per la nostra famiglia"

Perché si torna a parlare della strage di Erba? Lo speciale di "Storie maledette" condotto da Franca Leosini su Rai3 ha cercato di porre fine al revisionismo sul delitto e sulla vicenda di Olindo Romano e Rosa Bazzi

"E' l’ennesima croce per me e la mia famiglia. Non c’è proprio nulla da aggiungere a quanto hanno stabilito 26 giudici. Se avessero rifatto il processo altre cento volte, sarebbe finito nello stesso modo. Ognuno è libero di dire e fare quello che vuole, noi ragioniamo solo sulla base delle sentenze e degli atti processuali che hanno stabilito la colpevolezza di Olindo e di sua moglie Rosa". A parlare è Beppe Castagna, fratello di Raffaella, uccisa a coltellate l'11 dicembre 2006 insieme al figlio di due anni Youssef Marzouk, alla madre Paola Galli e alla vicina di casa Valeria Cherubini.

Perché si torna a parlare della strage di Erba

A distanza di dodici anni dai fatti e dopo che la Cassazione ha condannato all'ergastolo Olindo Romano e Rosa Bazzi, si torna a parlare della strage di Erba. Un incubo che sembrava essersi concluso per la famiglia Castagna, ma che è stato riaperto dalla richiesta del ministro della Giustizia Alfonso Bonafede di visionare le carte processuali. La decisione del ministro sarebbe stata presa in seguito alle dichiarazioni fatte da Olindo a Le Iene, a cui ha consegnato la sua ritrattazione: "Quel giorno io non ero a casa". Notizia che si è mescolata a quella della distruzione di alcuni reperti legati all'omicidio, reperti che non erano stati ammessi al processo.

Lo scorso 14 ottobre, nella terza delle sei puntate che Le Iene avevano dedicato alla vicenda, era stato sollevato il caso della presunta sparizione di alcune intercettazioni di Mario Frigerio (unico sopravvissuto alla strage), ricoverato in ospedale, e di intercettazioni ambientali, dal 12 al 16 dicembre, nell’abitazione di Olindo Romano e della moglie Rosa Bazzi, condannati in via definitiva all'ergastolo come autori della strage. Era stato intervistato il guardasigilli Bonafede. "Verificherò - aveva dichiarato - cosa è accaduto. Voglio che la giustizia sia credibile agli occhi dei cittadini", e aveva aggiunto "di avere interesse affinché venga fuori la verità su questa storia". Altro aspetto oggetto di verifica, come detto, sarà la procedura di distruzione di alcuni reperti.

La strage di Erba in tv: lo speciale di Franca Leosini a "Storie Maledette" su Rai3

"Dopo dodici anni il male di quella sera continua a riversarsi su di noi - dice al quotidiano Il Giorno Pietro Castagna, fratello di Beppe e Raffaella -. Se il ministro lo ritiene utile, lo faccia. Nessuno di noi, come famiglia, ha niente da nascondere. Ma se dopo tre gradi di giudizio, ventisei giudici si sono espressi per la completa colpevolezza, non ci possono essere dubbi sulla verità. Non trovo dove sia il problema". Ieri sera, "Storie Maledette" di Franca Leosini su Rai3, in un'edizione straordinaria del programma, ha cercato di mettere fine alle voci che insinuano sospetti sui fratelli Castagna, parenti prossimi di tre delle quattro vittime di quel terribile fatto di cronaca verificatosi nel dicembre 2016. In studio c'erano proprio loro, i fratelli Castagna. Entrambi hanno voluto raccontare la loro versione dei fatti per rispondere in maniera definitiva alle accuse mosse da alcuni organi di stampa.

La strage di Erba e i fratelli Castagna in tv

I dubbi sollevati da diversi programmi tv - parliamo di un reportage andato in onda sul Nove, oltre ai servizi de Le Iene - riguardano per esempio l'incapacità presunta di Olindo Romano e Rosa Bazzi di orchestrare un piano così perfetto e di così rapido svolgimento per un delitto efferato. Inoltre, riportano dubbi sul racconto del testimone chiave, Mario Frigerio, rimasto ferito nella strage, salvato grazie ad un difetto congenito della carotide che gli permise di sopravvivere alle coltellate. "La figlia dei Frigerio, Elena - hanno raccontato ieri sera i fratelli Castagna, allontanando questi dubbi - dice che il padre, uscito dal coma, parlò subito di Olindo. Lui cercava di capire il motivo dell’accaduto". Il movente, poi, è chiaro, come stabilito anche dalla Cassazione. "I vicini - hanno affermato i fratelli Castagna - dicevano che dall'abitazione di Raffaella e Azouz Marzouk (il compagno della donna, ndr) risuonava frequente e allarmante l'eco di litigi. A Olindo Romano e Rosa Bazzi dava fastidio anche il giochino di Youssef che cadeva per terra. Nostro padre fece un lavoro di isolamento del pavimento. Credo che in quell'atteggiamento ci fosse anche della gelosia verso mia sorella". 

Dal punto di vista dei fratelli Castagna è assurdo, con una sentenza passata in giudicato, finire ancora una volta sotto i riflettori dopo dodici anni da quel terribile delitto. Franca Leosini ha chiesto loro un parere su questo revisionismo mediatico. E la risposta di Pietro Castagna è stata chiara: "Questa infamia, più o meno apertamente o velatamente, sono dodici anni che gira ed è molto pesante. Non la auguro al mio peggior nemico. Un'infamia basata sul niente, che continua ed è molto pesante".

olindo romano foto ansa-2

Olindo Romano in tribunale a Milano, mercoledi 17 marzo, in occasione della prima udienza d'appello. MATTEO BAZZI / ANSA /DC

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