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Venerdì, 29 Marzo 2024
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In Italia si fanno pochi tamponi: i dati che incastrano le Regioni

Per tenere sotto controllo il virus servono ogni giorno 250 tamponi ogni 100mila abitanti ma nessuna regione li fa. Solo Veneto e Friuli si avvicinano. Per la fondazione Gimbe così aumenta il rischio di nuovi lockdown

Per uscire dall'emergenza coronavirus occorre "testare e isolare" le persone infette, eppure l'Italia di questi test ne fa ben pochi, soprattutto in alcune regioni. Se infatti il Veneto è riuscito a contenere l'epidemia grazie anche alle intuizioni del virologo Crisanti, in altre regioni di tamponi se ne fanno molti meno. 

Come mette in luce il monitoraggio indipendente della Fondazione GIMBE esistono notevoli variabilità regionali sulla propensione all’esecuzione dei tamponi e - ancor più grave - il numero dei tamponi effettuato ogni giorno è molto esiguo rispetto alla massiccia attività di testing necessaria nella fase 2.

Fase 2 e l'importanza dei tamponi

Secondo il Decreto del Ministero della Salute del 30 aprile scorso il compito di monitorare l'andamento epidemico della Covid-19 è affidato alle Regioni che - in base a 21 indicatori - dovranno valutare l'impatto delle progressive riaperture sul rischio sanitario correlato all'epidemia.

In pratica il Governo potrà valutare nuove chiusure solo se le singole Regioni condurranno un efficace monitoraggio della popolazione. Una cosiderazione importante per non dover ricorrere ad un nuovo lockdown nazionale necessario se i focolai non verranno contenuti in tempo. Il rischio è alto perché come dimostrano gli ultimi dati il rallentamento sul fronte di contagi non si è ancora stabilizzato.

Come spiega il Presidente della Fondazione GIMBE Nino Cartabellotta il numero dei nuovi casi è influenzato dal numero dei tamponi eseguiti: "Ed è pertanto soggetto a possibili distorsioni". Un’analisi indipendente mostra come nei dati della protezione civile il numero dei tamponi tiene conto dei tamponi di controllo e non solo dei pazienti su cui viene effettuato il test. In sintesi dei 2.310.999 tamponi effettuati dall'inizio dell'epidemia circa un terzo sono tamponi ripetuti agli stessi pazienti.

"Le nostre analisi effettuate sugli ultimi 14 giorni – spiega Cartabellotta –forniscono tre incontrovertibili evidenze: innanzitutto, si conferma che circa 1/3 dei tamponi sono 'di controllo'; in secondo luogo il numero di tamponi per 100.000 abitanti/die è molto esiguo rispetto alla massiccia attività di testing necessaria nella fase 2; infine, esistono notevoli variabilità regionali sia sulla propensione all’esecuzione dei tamponi, sia rispetto alla percentuale di tamponi 'diagnostici'".

I dati confermano la resistenza di alcune Regioni ad estendere massivamente il numero di tamponi, in contrasto con raccomandazioni internazionali, evidenze scientifiche e disponibilità di reagenti.

tamponi in italia-2

  • Tamponi totali: la media nazionale di 88 tamponi per 100.000 abitanti/die colloca l’Italia nella classe di propensione 4 con notevoli differenze regionali:
    • Classe 1 (>250): nessuna regione
    • Classe 2 (130-250): Provincia autonoma di Trento, Valle D’Aosta, Provincia autonoma di Bolzano, Veneto, Friuli-Venezia Giulia
    • Classe 3 (100-129): Piemonte, Emilia-Romagna, Umbria, Liguria
    • Classe 4 (60-99): Lombardia, Marche, Basilicata, Toscana, Molise, Abruzzo, Lazio
    • Classe 5 (<60): Sardegna, Calabria, Campania, Sicilia, Puglia
  • Tamponi diagnostici
    • A livello nazionale rappresentano il 67,1% dei tamponi totali, con ampie variabilità regionali: dal 25,3% della Campania al 98% della Puglia
    • La media nazionale per 100.000 abitanti/die è di 59, con notevoli variabilità regionali: dai 12 della Campania ai 130 della Valle D’Aosta

"Alla luce di questi dati la Fondazione GIMBE – conclude Cartabellotta – da un lato richiama tutte le Regioni a implementare l’estensione mirata dei tamponi diagnostici, dall’altro chiede al Ministero della Salute di inserire tra gli indicatori di monitoraggio della fase 2 uno standard minimo di almeno 250 tamponi diagnostici al giorno per 100.000 abitanti".

"Il Governo infatti, oltre a favorire le strategie di testing, deve neutralizzare comportamenti opportunistici delle Regioni finalizzati a ridurre la diagnosi di un numero troppo elevato di nuovi casi che, in base agli algoritmi attuali, aumenterebbe il rischio di nuovi lockdown".

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