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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Il grido d'aiuto di una mamma: "Non vedo mia figlia da un anno, deve sapere che le voglio bene"

La donna ha alle spalle una lunga storia di tossicodipendenza. Ora che è riuscita a smettere chiede di poter ricostruire un rapporto con la figlia che nel frattempo è stata dichiarata adottabile: "E' giusto che sappia che sua madre non l'ha mai abbandonata"

"Non cerco giustificazioni, ho sbagliato. Ma chiedo solo una possibilità". Marta, nome di fantasia, non ha notizie della figlia da un anno, da quando il tribunale dei minori l’ha prima inserita in una casa famiglia per poi darla in affido temporaneo. Entro qualche mese la bimba potrà diventare legalmente figlia di altri genitori. A 'condannare' Marta è stata la droga, un mostro che sembrava aver sconfitto e che invece è tornato ad affacciarsi nella sua vita proprio quando tutto sembrava alla spalle.

La donna – racconta Francesca Rapposelli su ChietiToday - aveva già smesso con gli stupefacenti un anno prima di restare incinta. Poi, dopo la nascita della bimba, è arrivata la separazione dal compagno e il trasferimento nel Chietino, in un appartamento vicino alla madre di lei. È allora che Marta incontra un conoscente, qualcuno che appartiene al mondo da cui fino ad allora era riuscita a tenersi lontana: "Ci sono ricaduta, come una scema" ammette. "Ero sola, senza lavoro, non conoscevo nessuno. Non cerco giustificazioni, ho iniziato a fare un uso moderato di sostanze, ma ho sbagliato". 

La donna decide allora di rivolgersi al Serd di Chieti, per farsi aiutare a uscire nuovamente da quell'incubo: "Ho cercato di smettere - racconta - ma non era facile". E, a quel punto, l'assistente sociale del Serd fa partire come da prassi una segnalazione al tribunale dei minori. A breve, arriva un decreto di allontanamento immediato della figlia, una bimba di sette anni gentile ed educata.

Marta, all'inizio, cerca di nascondere la bimba per restare con lei, finché l'avvocato che le viene assegnato d'ufficio le consiglia di non rischiare una denuncia per sottrazione di minore.

Così, la bimba viene accompagnata in una casa famiglia vicino Chieti e a Marta viene proposto di andare in una comunità di recupero nelle Marche dove, non appena il giudice darà il permesso, la piccola potrà raggiungerla. "Ho accettato subito - spiega - dopo due settimane sono andata in comunità e potevo andare a trovarla una volta a settimana". Nel frattempo, la piccola viene spostata in un'altra casa famiglia non distante da Chieti e i rapporti tra le due continuano per 8 mesi. Le operatrici fanno relazioni positive, la bambina è serena ed educata, ma c'è da aspettare per l'autorizzazione del giudice a riunire madre e figlia. 

"Ho fatto la cavolata più grande della mia vita"

"Poi - ammette Marta - ho fatto la cavolata più grande della mia vita: ho abbandonato il programma, un giorno ho preso e sono andata via. Avevo intenzione di rientrare subito, ma non l'ho fatto. Ancora oggi non so cosa spiegarmelo". A quel punto, si interrompe la possibilità di incontrare nuovamente la piccola Silvia. E da allora, nonostante Marta abbia intrapreso altri percorsi di cura, le è vietato ogni contatto con sua figlia. 

L'allontanamento della bimba dalla madre

"Non so più nulla di lei - dice - non so cosa possa aver pensato, cosa le abbiano detto visto che da una settimana all'altra sono sparita dalla sua vita". Nel frattempo, decade la patria potestà per entrambi i genitori e per la piccola viene dichiarato lo stato di adottabilità. 
Marta vorrebbe rimediare ai suoi errori. Le istanze presentate dal suo legale però sono state puntualmente respinte dal tribunale. Oggi la donne dice di essere finalmente pulita. È in cerca di un lavoro fisso, è risultata idonea al reddito di cittadinanza e vive con la madre. Sa perfettamente di aver sbagliato e quali limiti possano esserci nel rapporto con la piccola, ma vorrebbe riprendere un rapporto con lei.

"Lei deve sapere che non l'ho abbandonata e che le voglio bene"

"Capisco bene che non posso portarmela a casa - dice - ma quello che chiedo è almeno poter avere incontri protetti, non solo per me ma soprattutto per lei: è giusto che sappia che la sua mamma le vuole bene, la cerca e non l'ha abbandonata. Essendo grandicella si chiederà la mamma dov’è, che fine ha fatto. Sono disposta a fare tutto, monitoraggi continui per vedere che adesso sto bene. È vero che la prima cosa è il suo benessere, ma non accetto che pensi di essere stata abbandonata". 

La bimba oggi è in affido temporaneo, ma entro qualche mese potrà essere adottata. Marta però non si arrende: "Non ho intenzione di fermarmi e sono disposta anche a fare cose eclatanti. So di aver sbagliato e so che quando si parla di tossicodipendenza ci sono molti pregiudizi, che capisco. Ma la bimba stava bene e stava crescendo bene, come mi hanno detto le operatrici della comunità che la ospitava. Chiedo solo di avere una possibilità, sempre dando la priorità al suo benessere". 
 

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