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Giovedì, 28 Marzo 2024
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"Tangenti? Capita...": lo scivolone di Travaglio su De Vito

Il direttore del Fatto quotidiano commenta l'arresto del 5 stelle Marcello De Vito. Il suo intervento in tv su La7, poi l'editoriale di oggi in cui corregge il tiro

"Purtroppo capita sempre che, anche prendendo tutte le precauzioni, qualcuno vada a prendere le tangenti. L'importante è cacciarlo a pedate". Parole di Marco Travaglio, intervenuto in diretta a Tagadà, programma in onda su La7, per commentare l'arresto di Marcello De Vito, il presidente dell'Assemblea capitolina accusato di corruzione. Travaglio, direttore del Fatto quotidiano, ha detto che secondo lui resta più grave il salvataggio di Matteo Salvini attraverso il voto contrario del Movimento 5 stelle all'autorizzazione a procedere chiesta al Senato sul caso della nave Diciotti, rispetto all'arresto dell'esponente grillino a Roma.

Travaglio: "Purtroppo capita che qualcuno prenda le tangenti"

Non è un mistero la simpatia di Marco Travaglio nei confronti del Movimento 5 stelle. E molti utenti sui social network hanno fatto notare il presunto "doppiopesismo" del direttore del Fatto, non così "indulgente" in passato con gli indagati degli altri partiti politici.


Travaglio, tuttavia, questa mattina torna sulla vicenda attraverso un durissimo editoriale sul Fatto quotidiano, dal titolo "Devitalizzati". E la sua posizione è di ferma condanna. Il direttore del Fatto rimprovera al Movimento 5 stelle il fatto di non aver operato una selezione più efficace nella scelta dei propri rappresentanti. "Se ai 5Stelle levi l'onestà - scrive citando una frase della leader di Fratelli d'Italia Giorgia Meloni - restano soltanto gli show di Grillo".

"Arrestate Matteo Salvini": l'editoriale al vetriolo di Michele Santoro

Travaglio segnala anche le distanze tra De Vito e la sindaca di Roma Virginia Raggi, dettate da motivi personali e da diverse scelte politiche. E difende la scelta del capo politico Luigi Di Maio che, subito dopo la notizia dell'arresto, ha espulso Marcello De Vito dal Movimento 5 stelle.

"Faceva la morale alla sua acerrima nemica Virginia Raggi, che aveva il torto di averlo battuto alle primarie online nel 2016 e vinto le elezioni, diversamente da lui che le aveva straperse quattro anni prima. Accusava la Raggi e Daniele Frongia di avergli fatto la guerra a colpi di dossier, mentre si erano limitati a chiedere spiegazioni su alcune sue condotte opache, com’è giusto in un movimento che sbandiera la trasparenza. Ora, col senno di poi, si può dire che avrebbero dovuto approfondire meglio. Ma non è detto che avrebbero scoperto qualcosa di paragonabile a quel che si legge nell’ordinanza di arresto".

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