Dilaga la moda dei cibi gluten-free, ovvero di quegli alimenti privi di glutine adatti a quanti sono affetti da celiachia. Il mercato è in continua crescita, si espande al ritmo del 27% l’anno, e solo in Italia vale 320 milioni di euro.

Tuttavia, solo 215 milioni vengono spesi dai pazienti con diagnosi. Un prodotto su tre, infatti, viene acquistato da chi non è celiaco e pensa così di dimagrire o guadagnare benessere, incorrendo in quello che a tutti gli effetti è un falso mito.

Nessuna ricerca scientifica dimostra i vantaggi per la salute erroneamente attribuiti alla dieta senza glutine per chi non è celiaco. Lo conferma anche uno studio appena pubblicato sul British Medical Journal, secondo cui la dieta di esclusione in chi non è celiaco non riduce il rischio cardiovascolare. 

Eppure per un italiano su dieci la dieta gluten-free è più salutare e per tre su dieci, fa dimagrire: un equivoco pericoloso, che banalizza la malattia celiaca, che riguarda l’1% della popolazione per la quale l’esclusione del glutine non è una scelta ma un vero è proprio ‘salvavita’. 

Molte le iniziative per fare chiarezza previste per la Settimana Nazionale della Celiachia, da l 13 al 21 maggio: sul sito settimanadellaceliachia.it sarà possibile informarsi sulle 5 regole per una corretta alimentazione senza glutine, gli eventi speciali delle 20 sezioni regionali e la chat online attraverso cui chiedere consigli a medici e dietisti. 

Dal 13 maggio scaricabile online anche la guida “Sport&Celiachia” a cura del Comitato Scientifico di AIC: patrocinata dal CONI, sottolinea l’utilità dello sport per il benessere dei pazienti e spiega come una dieta di esclusione non migliori le performance in chi non è celiaco. 
Per sensibilizzare i giovani nei confronti della celiachia, in 700 scuole di tutta Italia saranno distribuiti menu gluten-free.