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Venerdì, 19 Aprile 2024
Benessere

Lavorare troppo fa male alla salute: il decalogo per alleggerire lo stress

Insonnia, depressione, problemi fisici sono alcuni dei sintomi dell'eccesso di fatica che possono essere arginati con qualche accortezza

Stakanovisti avvisati, lavorare troppo fa male alla salute. Esempio lampante ne è Aleksej Stakhanov, lavoratore-modello nell'Urss degli anni Trenta: dopo essere diventato un simbolo politico per le sue performance lavorative nelle miniere sovietiche e aver dato il nome all'omonimo movimento, morì, probabilmente anche a causa della fatica accumulata, proprio per un infarto.

Ma il benessere del cuore non è l'unico fattore a logorarsi con una dose eccessiva di lavoro.

Insonnia, depressione, problemi fisici gravi o cronici: tutti sintomi dell'eccesso di fatica e stress che la vita lavorativa comporta e che rischia di risucchiare il dipendente in una spirale da cui è difficile tirarsene fuori.

Ma quali sono le cause che provocano tutto questo malessere? In un mondo lavorativo volatile che segue regole obsolete è tutto frenetico frenetico: i ritmi di lavoro sono prolungati, l'ansia di sovrastare i colleghi prende il sopravvento e l'incapacità di superare feedback negativi agisce sull'idea di carriera che si frantuma insieme alle elevate aspettative.

''La realtà del lavoro -spiega Marina Osnaghi, prima Master Certified Coach in Italia- è cambiata: oggi il modo di giudicare una buona performance infatti non è uguale a ieri. Perché si lavora per obbiettivi con azioni fulminee, decisioni veloci veicolate con poche informazioni che però devono essere efficaci e ponderate. Anche le aspettative elevate e la paura delle intelligenze artificiali che sostituiscono l'operato dell'uomo, rendendolo fragile e spaventato, sono due fattori da non sottovalutare perché il lavoratore si sente improvvisamente obsoleto. I contesti 'centrifuga' fanno parte ormai della nostra realtà quotidiana e provocano pressione continua di cui è difficile liberarsi''.

'Il nostro migliore amico? Siamo noi: possiamo diventare flessibili, cambiare idee e il nostro modo di vivere per diventare bravi a orientarci nella confusione - prosegue la master coach Marina Osnaghi - in un'epoca in cui si parla di Great Place to Work e di welfare aziendale, il lavoratore si trova spesso inserito in contesti tutt'altro che ottimali con ritmi di lavoro prolungati; a volte indifferenziati tra giorno, sera e weekend, permeati dall'ansia di primeggiare e dover tenere a bada la frustrazione di conflitti e giudizi negativi, caratteristici di una cultura che non conosce le regole di base dei feedback".

"Dunque cosa fare per ritrovare la normalità? La soluzione è trovare spazi di decompressione, iniziando dalle piccole cose come smettere di mangiare di fronte al pc o non pranzare affatto, per arrivare alle grandi e complesse come cambiare prospettiva mentale e imparare a convivere con la pressione dei nostri tempi con cui tutti ci dobbiamo misurare ed essere in grado di commutare la velocità e il caos da anomalia a normalità'', conclude.

Clicca su continua per conoscere il decalogo della master coach Marina Osnaghi per alleggerire lo stress lavorativo

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