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Giovedì, 28 Marzo 2024
Asso di denari

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A cura di Carlo Sala

Alimentari più cari a giugno, sopratutto pasta e vino, ma gli italiani nutrono ottimismo

A giugno boom dei prezzi di pasta e vino, secondo le stime preliminari diffuse dall’Istat, per i beni alimentari lavorati. Gli italiani comunque si dimostrano complessivamente ottimisti sulle proprie prospettive (più delle imprese), anche se non sono altrettanto fiduciosi sulle sorti della comunità nazionale.

Gli alimentari lavorati sono rincari del 2,4% rispetto a giugno 2017 e dello 0,8% rispetto a maggio. I Vini da Uve (+0,7% su base mensile e +6,3% su base annua, da +5,6% di maggio) e quelli della Pasta secca, pasta fresca e preparati di pasta (+2,8% in termini congiunturali e +6,6% rispetto a giugno dello scorso anno, da +3,6% di maggio).

Gli alimentari non lavorati sono rincarati del 3,4% rispetto a giugno 2017 ma costano lo 0,9% in meno rispetto al mese precedente. Tale andamento è stato determinato anzitutto dalla dinamica dei prezzi di Vegetali freschi o refrigerati diversi dalle patate, scesi del 2,1% rispetto a maggio ma rincarati del 4,6% rispetto a giugno 2017. Tra gli alimentari non lavorati, la Frutta fresca e refrigerata registra un calo su basi mensile del 3% e una lieve decelerazione del rincaro su base annua (da +8,1% di maggio a +7,8%).

A giugno le famiglie italiane vedono comunque più roseo: l’Istat stima per l'indice di fiducia dei consumatori un aumento da 113,9 a 116,2 punti e parla di «aspettative più positive sulla propria situazione economica familiare e, soprattutto, al miglioramento delle attese sulla situazione economica del Paese e sull'andamento futuro della disoccupazione» anche se tale ottimismo è «contrastato dall'ulteriore peggioramento del giudizio sulla situazione economica generale». Tra le imprese, invece, l’indice diminuisce nel settore manifatturiero (da 107,6 a 106,9) e nelle costruzioni (da 134,1 a 132,9), mentre è in aumento nei servizi (da 106,0 a 107,8) e nel commercio al dettaglio (da 100,1 a 103,9).

Il reddito disponibile delle famiglie consumatrici è aumentato dello 0,2% nel primo trimestre del 2018 rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, mentre il potere d'acquisto è calato dello 0,2%, rileva ancora l’Istat. I consumi delle famiglie nel primo trimestre del 2018 sono cresciuti dello 0,8% rispetto al trimestre precedente, mentre la propensione al risparmio si è ridotta in termini congiunturali di 0,5 punti percentuali, al 7,6% (lo stesso valore del secondo trimestre del 2017, che rappresenta il minimo da fine 2012).

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