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Giovedì, 25 Aprile 2024
Asso di denari

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A cura di Carlo Sala

Tutto sull'Ape: come e quando si può godere della pensione anticipata

Con l’introduzione dell’APE da parte del governo, gli italiani potranno andare in pensione anche prima di aver raggiunto l’età pensionabile e l’anzianità contributiva previste dalla riforma Fornero.

Oggi la pensione di vecchiaia richiede 20 anni di contributi e almeno 65 anni e 7 mesi di età se si è stata lavoratici dipendenti nel settore privato. L’età richiesta sale però a 66 anni e un mese per le lavoratrici autonome e parasubordinate e arriva a 66 anni e 7 mesi di età per le lavoratrici del pubblico impiego e per gli uomini (dipendenti e autonomi che siano stati nella loro vita lavorativa). Si tratta dei paletti posti dalla riforma Fornero.

Dall’1 maggio 2017 si potrà andare in pensione già a 63 anni, purché si sia nati tra il 1951 e il 1953, si abbiano almeno 20 anni di contributi previdenziali e manchino meno di 3 anni e 7 mesi al momento in cui si potrebbe ottenere la pensione di vecchiaia sulla base dei criteri della legge Fornero.

L’APE può essere sia volontaria che social, ma nel primo caso si paga di tasca propria. Chi voglia e possa andare in pensione anticipatamente, ma non possa godere dell’APE social (i cui costi sono a carico dello Stato) percepirà infatti un assegno mensile ridotto. Quanto prima si andrà in pensione rispetto ai criteri della legge Fornero tanto maggiore sarà la riduzione. Come detto, il massimo anticipo che si può scegliere per andare in pensione è di 3 anni e 7 mesi.

L’APE volontaria sarà pagata dall’Inps ma il pensionato dovrà rimborsare i prestiti bancari attraverso cui l’Inps stessa potrà pagargli le mensilità pensionistiche corrisposte in anticipo rispetto alla pensione di vecchiaia secondo la legge Fornero. Il rimborso del prestito scatterà una volta terminato il periodo di anticipo, cioè quando il lavoratore compirà l’età prevista dalla legge Fornero per poter accedere normalmente alla pensione di vecchiaia. 

Da quel momento, il prestito andrà rimborsato mensilmente per un periodo massimo di 20 anni, con rate che saranno trattenute direttamente dall’istituto di previdenza. L’APE sarà in vigore per 2 anni, fino al 2018 perché è una misura sperimentale che potrà essere confermata oppure no sulla base della valutazione dei risultati del 2017 e 2018.
 

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