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Venerdì, 29 Marzo 2024
Asso di denari

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A cura di Carlo Sala

Quando l’assegno familiare è riconosciuto anche ai lavoratori autonomi

Gli assegni al nucleo familiare (Anf), ovvero quei contributi mensili che l'Inps riconosce ai lavoratori dipendenti per aiutarli nel sostegno della loro famiglia sono riconosciuti anche agli autonomi, ma solo in alcuni casi.

L’Anf è riconosciuto anche a coltivatori diretti (o anche coloni e mezzadri), i piccoli coltivatori diretti e i titolari delle pensioni a carico delle gestioni speciali dei lavoratori autonomi (artigiani e commercianti compresi) .

Gli assegni familiari per lavoratori autonomi sono più bassi di quelli degli assegni al nucleo familiare (ANF) dei lavoratori dipendenti: infatti, ai coltivatori diretti, coloni e mezzadri spettano appena 8,18 euro mensili per ogni familiare a carico, mentre per i pensionati iscritti alle gestioni speciali dei lavoratori autonomi si sale a 10,21 euro. Ai piccoli coltivatori diretti, invece, sono riconosciuti 1,21 euro per ogni genitore a carico o equiparati.

L’Anf ad autonomi è riconosciuto solo entro certe soglie di reddito, variabile a seconda del numero dei componenti. Nel dettaglio, per una famiglia formata da due persone il reddito familiare annuale oltre il quale cessa la corresponsione di tutti gli assegni familiari o quote di maggiorazione di pensione è di 19.222,07 euro. Si sale rispettivamente a 24.711,85 euro, 29.515,81 euro, 34.319,82 euro e 38.896,38 euro fino ad arrivare a 43.472,19 euro per i nuclei familiari composti da 7 o più persone.

L’Anf ad autonomi è riconosciuto solo in caso di familiare a carico, cioè con un reddito che non sia superiore a 707,54 euro (nel caso il familiare in questione sia il coniuge, il genitore o l’unico o uno dei figli) o a 1.238,19 euro (per due genitori o equiparati). Infine, nel caso dei figli e dei nipoti bisogna rispettare anche un requisito anagrafico, poiché gli assegni familiari spettano solo nel caso in cui questi abbiano meno di 18 anni. Si possono richiedere anche per i figli di età inferiore a 21 anni (ma solo se apprendisti o studenti) o di 26 anni (se studenti universitari non fuori corso). Non è richiesto alcun requisito anagrafico, invece, per figli e nipoti a carico che risultano inabili al lavoro.

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