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Venerdì, 29 Marzo 2024
Asso di denari

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A cura di Carlo Sala

Aumentano i poveri, soprattutto tra i giovani: crescono le code ai centri di ascolto

Giovani sempre più a rischio esclusione sociale secondo il rapporto Caritas 2017 sulla povertà giovanile. Tra chi ha da 18 a 34 anni 1 su 10 è povero e 3,7 su 10 rischia di divenirlo; Il 12,5% dei minorenni, pari a 1,292 milione di persone, risulta in povertà assoluta, quindi privi di mezzi adeguati di sussistenza. Nelle famiglie con 3 o più figli minori l'incidenza della povertà sale al 26,8%, coinvolgendo quasi 138mila nuclei e oltre 814mila individui. L’incidenza della povertà è peraltro molto maggiore per le famiglie di soli stranieri (25,7%) e miste (27,4%) rispetto a quelle di soli italiani (4,4%).

Il numero complessivo di poveri è aumentato del 165,2% in 10 anni durante i quali l’incidenza della povertà tra i giovani (18-34 anni) è passata dall’1,9% al 10,4% mentre la percentuale di povertà tra gli over 65 è calata dal 4,8% del 2007 al 3,9%. L’anno scorso le persone in grave povertà sono risultate 4 milioni e 742mila.

In tutta Europa sono poveri oltre 15 milioni di ragazzi tra i 16 e i 24 anni (il 27,3% del totale) e in Italia i ragazzi a rischio di povertà ed esclusione sociale in Italia sono passati dall’1,732 milione del 2010 all’1,995 milione del 2015 (223mila giovani poveri in più, pari ad un incremento del 12,9%). Secondo il Rapporto, il rischio di povertà ed esclusione sociale in Italia riguarda il 33,7% dei giovani, cioè il 6,4% in più rispetto a quanto accade nel resto d’Europa.

L’Italia ha registrato il terzo maggior aumento nella Ue di giovani in difficoltà, mentre l’incremento maggiore, oltre 300mila unità in soli 5 anni,  si è registrato in Spagna. Sono invece riusciti a ridurre la povertà giovanile, Polonia (328mila poveri in meno), Francia (-321mila) e Germania (-236mila). L’anno scorso 205.090 persone sono state accolte presso i 1.801 Centri di ascolto (Cda), collocati in 180 diocesi italiane. Escludendo i dati relativi ai 2 Centri di ascolto di Ventimiglia, impegnati per lo più con immigrati diretti in Francia, sono state 189.101 le persone che l’anno scorso si sono rivolte ad un Cda. Di queste il 43,8% sono nuovi utenti. Nel 49,2% dei casi a rivolgersi ai Cda sono stati uomini, nel 50,8% donne. Nel 22,7% dei casi chi si è rivolto ai Cda aveva dai 18 ai 34 anni (tra gli italiani l’incidenza scende al 10,7%, tra gli stranieri arriva invece al 31,5%). Bussano ai Centri di ascolto sopratutto le famiglie tradizionali con coniugi e figli (35%), seguite da quelle uni-personali (25,7%), in netto aumento rispetto al 2015. Anche i senzatetto, che rappresentano complessivamente il 17,8% del totale, sono in crescita rispetto al 2015.

A spingere verso i Cda è soprattutto la povertà economica (76,7%), seguita dai problemi occupazionali (56,8%), dai problemi abitativi (24,1%) e  da quelli familiari (14%). In ogni caso, solo il 39,7% degli assistiti ha manifestato difficoltà relative ad un singolo problema. Chiedono viveri, vestiario, accesso alla mensa, servizi di igiene personale, poi sussidi economici per il pagamento di bollette/tasse, canoni di affitto o spese sanitarie.

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