rotate-mobile
Martedì, 16 Aprile 2024
Asso di denari

Asso di denari

A cura di Carlo Sala

Quanto vale l’indennità di maternità in base al lavoro della madre: la scheda

Un figlio dà diritto a un’indennità per la madre, per il periodo in cui non può (e per legge non deve) lavorare per prendersi cura del bebè, ma tale indennità varia in base all’attività lavorativa della madre. Ecco quindi, come da analisi di Pensioni&Lavoro, quale è l’indennità corrisposta a seconda dell’attività lavorativa svolta.

Lavoratrici dipendenti: godono di un’astensione obbligatoria, 2 mesi prima e 3 mesi dopo il parto (ma possono optare per 1 più 4 mesi prima e dopo il parto), durante la quale percepiscono un’indennità pari all'80% della retribuzione (che molti contratti di categoria portano al 100%) mentre l'importo dell'assegno per astensione facoltativa, per 6 mesi complessivi entro l'anno di vita del bambino, è pari al 30% della retribuzione.

Domestiche: l’Inps riconosce un'indennità di maternità pari all'80% del salario convenzionale sul quale sono versati i contributi orari nel periodo di astensione obbligatoria. L’indennità è calcolata tenendo conto solo dei periodi di lavoro svolti come domestica e viene corrisposta solo in presenza di precise condizioni: il versamento di almeno 52 contributi settimanali (cioè per un anno) nei 24 mesi precedenti il periodo di astensione obbligatoria o, in alternativa, il versamento di almeno 26 contributi settimanali (cioè 6 mesi) nei 12 mesi prima dell'astensione obbligatoria, anche se tali versamenti riguardano attività diverse dal lavoro domestico.

Lavoratrici autonome: hanno diritto a un’indennità per i 2 mesi precedenti e i 3 mesi successivi il parto pari all’80% del minimale di stipendio su cui si pagano i contributi, ma nel calcolo delle giornate di questi mesi sono escluse le domeniche e le festività nazionali e infrasettimanali. Per l’astensione facoltativa (massimo 3 mesi nel primo anno di vita del bambino), l’indennità è pari al 30% del minimale di stipendio su cui si pagano i contributi.

Collaboratrici: alle iscritte alla Gestione separata Inps è riconosciuta un'indennità di maternità per i 2 mesi antecedenti e i 3 mesi successivi alla nascita del bambino (5 mesi) pari ad 1/365esimo dell’80% del reddito da attività di collaborazione coordinata e continuativa o  di libere professioniste conseguito nei 12 mesi precedenti l'inizio del periodo di astensione

Libere professioniste: iscritte alle Casse di previdenza di categoria (avvocati, medici, architetti, ecc.), godono di un’indennità calcolata nell'80% dei 5/12 del reddito professionale prodotto nel secondo anno precedente il parto e dichiarato al fisco come reddito da lavoro autonomo (nell’anno precedente a quello del parto). L’assegno di maternità non può mai essere inferiore a 5 mensilità di retribuzione, calcolata nell'80% del salario minimo imponibile contributivo per la qualifica di impiegato (anno 2017, 4.959 euro lordi), né superiore a cinque volte l'importo minimo (24.794  euro lordi per il 2017).

Quanto vale l’indennità di maternità in base al lavoro della madre: la scheda

Today è in caricamento