L’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (Agcom) ha stabilito che da gennaio 2019 i costi di disdetta richiesti dalle compagnie telefoniche che forniscono connessioni internet dovranno essere proporzionati al valore reale del contratto e non possano quindi più esserci costi di recesso eccessivi e/o oneri aggiuntivi.

Da gennaio lasciare un provider costerà l’equivalente di un canone mensile, al massimo. Secondo un’analisi di Sos.tariffe, oggi i costi medi di recesso in anticipo rispetto alla scadenza del contratto di connessione alla rete sono nel complesso bassi, salvo per la fibra ottica veloce.

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Una connessione fissa con fibra ottica a tecnologia FTTH costa sui 33 euro al mese (che nella fase di promozione, di norma 13 mesi, possono scendere a 27). Recedere dal contratto alla scadenza costa tra i 40 e i 65 euro (in media 57), mentre passare ad altro fornitore dai 35 ai 60 (in media 42), recedere anticipatamente dal contratto comporta una penale (in aggiunta al costo di recesso in sé) mediamente di 21 euro (molto più alta rispetto alla fibra ottica FTTC e all’Adsl tradizionale).

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Una connessione fissa con fibra ottica a tecnologia FTTC costa 34 euro al mese di canone (28 nei mesi di promozione, di norma 6) e la cessazione della linea si paga in media 57 euro (ma a seconda dei provider la somma può oscillare dai 49 ai 70 euro) mentre il passaggio ad altro provider 43 euro (si oscilla dai 35 ai 56 euro, a seconda dell'operatore). La penale per recesso anticipato è però un poco più bassa rispetto alla tecnologia FTTH: circa 18 euro.

Una connessione a banda larga Adsl costa mediamente 33 euro al mese, 28 durante la fase di promozione (7 mesi, di solito). Il recesso costa mediamente 61 euro (si oscilla dai 49 ai 70 euro) mentre il passaggio ad altro provider, 39 euro (media tra cifre da 35 a 56 euro). La penale per il recesso anticipato è di 11 euro.