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Giovedì, 25 Aprile 2024
Asso di denari

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A cura di Carlo Sala

Un’azienda in Italia rischia 111 controlli di 15 diverse autorità

Che la pubblica amministrazione sia un cancro dell’Italia è noto, ma la Cgia di Mestre ha ora diagnosticato e tradotto in cifre quanto sia nociva, rilevando anche che la sua nefasta intrusività è aumentata. Per effettuare la diagnosi, l’ufficio studi della stessa Cgia ha suddiviso il quadro legislativo generale in 4 macrosettori, per ciascuno dei quali è stato conteggiato il numero dei possibili controlli che un’attività produttiva può subire e gli enti preposti ad effettuarli.

Una piccola azienda italiana può incorrere in 111 controlli da parte di 15 diversi istituti, agenzie o enti pubblici nell’arco di un anno (praticamente uno ogni tre giorni), secondo quanto segnala l'Ufficio Studi della Cgia di Mestre. Rispetto al 2014, li il numero dei controllori è rimasto sostanzialmente immutato ma i possibili controlli sono 14 in più, le possibili ispezioni, invece, sono aumentate di 14 unità.

La tutela dell’ambiente e la sicurezza sul lavoro giustificano 56 possibili controlli di dieci enti diversi. Le verifiche spaziano dall’accertamento della conformità e del mantenimento dell’efficienza degli impianti al rispetto delle norme antincendio, dalle autorizzazioni agli scarichi, dalle emissioni in atmosfera alla gestione dei rifiuti e al rispetto degli obblighi di verifica delle attrezzature di lavoro. I soggetti che possono disporre i controlli sono l’Asl, l’Inail, l’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente, i Vigili del Fuoco, Nas e/o Noe e/o Capitaneria di Porto e il Comune/Polizia municipale.

Il fisco dar luogo a 26 controlli da parte di 6 enti e agenzie diversi, la tutela del lavoro può portare a 21 controlli da parte di 4 soggetti, infine i controlli amministrativi possibili sono 8 e competono a 3 distinti possibili controllori.

Per i controlli amministrativi le aziende spendono 30 miliardi di euro l’anno, secondo gli ultimi dati elaborati della presidenza del Consiglio dei Ministri. L’81% delle imprese con meno di 50 addetti deve ricorrere a consulenti esterni, il 70% lo fa per integrare o supportare gli uffici amministrativi dell’azienda stessa, mentre il restante 11% affida all’esterno tutte le incombenze.

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