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Giovedì, 28 Marzo 2024
Asso di denari

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A cura di Carlo Sala

Gli italiani ballano di meno e ora a ballare sono sopratutto i gestori di discoteche

Gli italiani ballano di meno e i gestori di discoteche ballano di più, per così dire, come emerge dai dati di Fipe (Federazione italiana pubblici esercizi) e Istat.

I discotecari sono calati di oltre un milione di unità, dal 2008 al 2017: per l’esattezza sono diminuiti di 342mila unità nella fascia tra i 20 e i 24 anni e di 939mila in quella dai 25 ai 34 anni.

Sono 29 milioni gli italiani che frequentano locali notturni almeno una volta all’anno, quelli che lo fanno almeno una volta alla settimana sono 16 milioni.

Dal 2002 al 2017 hanno chiuso 2.200 discoteche in tutta Italia: rispetto alle 5.000 in attività nel 2002 l’anno scorso quelle in attività erano 2.800. A Rimini sono passate da 300 a 100, a Milano da 115 a 65. La situazione non è migliore in Paesi vivaci come l’Olanda  e Regno Unito.

Gli incassi delle discoteche italiane sono calati del 18,1% dal 2008 all’anno scorso, in conseguenza del minor afflusso. Novemilaseicento ingressi la media annua di affluenza di un locale da ballo, la maggior voce di introito è data dalle consumazioni (che pesano per 34,4% del totale), mentre i biglietti sono la fonte meno importante di guadagni (pesano per il 15,6%). Nel mezzo, figurano sponsorizzazioni, bandi e finanziamenti di altro genere (28,1%) e attività varie, come corsi di formazione e affitto dei locali (21,9%).

Il mercato delle discoteche si è ridotto a un valore di 5,3 miliardi l’anno, nel 2017, contro gli 8 miliardi nel 2002. Nelle località turistiche, peraltro, le discoteche garantiscono un indotto pari a 5,5 miliardi di euro.

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