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Venerdì, 19 Aprile 2024
Asso di denari

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A cura di Carlo Sala

I fondi pensioni complementari? Hanno successo sopratutto tra gli uomini, dipendenti e di mezza età 

Da anni accanto alla previdenza obbligatoria esistono fondi pensioni complementari, a cui ci si può iscrivere liberamente di propria volontà oppure no, a condizione di essere lavoratori dipendenti (privati e pubblici), lavoratori autonomi o liberi professionisti, lavoratori di tutte le tipologie contrattuali (collaboratori coordinati e continuativi, lavoratori a progetto, occasionali, con voucher, partite IVA, associati in partecipazione, imprenditori) o anche pensionati (purchè si iscrivano almeno un anno prima del raggiungimento dei requisiti per la pensione di vecchiaia) o soggetti fiscalmente a carico (coniuge e figli, qualora il fondo pensione consenta l’iscrizione di tali soggetti. L’ultima Relazione Covip ha tracciato un identikit degli italiani che scelgono i fondi pensioni.

Il 28,3% degli italiani è iscritto a un fondo pensione complementare, la percentuale cala al 19% tra gli individui con meno di 35 anni, per poi salire al 27% nelle fasce di età compresa fra 35 e 44 anni e al 34% per quelle tra 45 e 64 anni. Oltre un terzo degli aderenti ai fondi pensione ha un’età compresa tra i 45 e 64 anni e nel complesso l’età media delle adesioni è 46,1 anni.
Gli iscritti sono 7,8 milioni e di questi 5,8 sono lavoratori dipendenti mentre i lavoratori autonomi (inclusi liberi professionisti e non occupati) sono invece totalizzano circa 2 milioni.

Gli iscritti sono perlopiù uomini: rappresentano il 62,7% del totale degli aderenti rispetto a una percentuale sulle forze di lavoro del 57,9%. Considerando anche l’età, i tassi di partecipazione degli uomini rispetto alle donne si mantengono su livelli in media del 5% più elevati su tutte le fasce.

I tassi di adesione più alti si registrano nel Nord Italia, attestandosi in media su valori superiori al 30% con punte oltre al 40% nelle Regioni in cui l’offerta previdenziale è completata da iniziative di tipo territoriale, come la Valle d’Aosta e il Trentino Alto Adige. Nelle Regioni centrali i tassi sono in media del 27%, più elevati in Toscana dove superano il 30%, e più ridotti nel Lazio, dove s’attestano intorno al 23%. Al Sud la partecipazione scende in media al 21% e i livelli più bassi si registrano in Campania (20%) e in Sardegna (19%).

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