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Giovedì, 25 Aprile 2024
Asso di denari

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A cura di Carlo Sala

L'Italia è tra il paesi più poveri d'Europa: maglia nera al Sud

L’Italia resta un Paese dove la povertà è più diffusa non solo rispetto agli altri Paesi europei, ma anche rispetto agli obiettivi che la Ue prescrive di perseguire entro il 2020, secondo una ‘fotografia’ recentemente scattata dall’Istat.

Nel 2015 in Italia ci sono state 17,469 milioni di persone a rischio povertà o esclusione sociale mentre la Strategia Europea 2020 prevede che per il 2020 l’Italia riduca a non più di 12,882 milioni il numero di tali persone. La differenza, allo stato, è di 4,587 milioni di persone

E’ a rischio di povertà o esclusione sociale il 28,7% di chi vive in Italia (dato del 2015). Anche sa la quota è considerata dall’Istat «sostanzialmente stabile rispetto al 2014 (era al 28,3%)», lo stesso ente rileva «un aumento degli individui a rischio di povertà (dal 19,4% a 19,9%)» e un calo «di quelli che vivono in famiglie a bassa intensità lavorativa (dal 12,1% a 11,7%)». Stabile la percentuale di chi vive in famiglie gravemente deprivate: 11,5%.  

Povertà ed esclusione sociale sono al 46,4% concentrate al Sud, in  aumento rispetto al 45,6% del 2014. Al Centro la percentuale si ferma al 24%, al Nord al 17,4%. La percentuale più alta è stata riscontrata in Sicilia (55,4%), seguita da Puglia (47,8%) e Campania (46,1%). 

Metà delle famiglie in Italia ha un reddito netto non superiore a 2.016 euro mensili, cioè 24.190 euro l’anno, secondo le stime effettuate dall’Ista sui dati relativi al 2014, cioè gli ultimi disponibili. L’istituto di statistica sottolinea che per i redditi è cessata la «caduta in atto dal 2009, che ha comportato una riduzione complessiva di circa il 12% del potere d’acquisto delle famiglie». 

Dal 2009 al 2014 il divario tra i più poveri e i più ricchi si è ampliato da 4,6 a 4,9 volte (per più poveri si intende il quintale della popolazione coi redditi più bassi, per più poveri il quintale coi redditi più alti). L’indice di Gini (che misura la disuguaglianza tra redditi) nel 2014 in Italia è stato pari a 0,324, mentre a livello di media europea è stato di 0,310. «Nella graduatoria dei Paesi dell’Ue l’Italia occupa la sedicesima posizione assieme al Regno Unito - evidenzia l’Istat -. Distribuzioni del reddito più diseguali rispetto all’Italia si rilevano in altri Paesi dell’area mediterranea quali Cipro (0,336), Portogallo (0,340), Grecia (0,342) e Spagna (0,346)».

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