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Sabato, 20 Aprile 2024
Asso di denari

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A cura di Carlo Sala

L'Italia che cambia: meno partite Iva ma più titolari di origine straniera

Secondo i dati resi noti dal Ministero delle Finanze, nel 2016 sono diminuiti gli italiani che hanno deciso di mettersi in proprio per svolgere attività lavorativa e dunque hanno aperto una partita Iva. Tra le nuove partite Iva avete da persone fisiche, spicca il dato del 17,5% di richiedenti nato all’estero.

Nel 2016 sono state aperte circa 502mila nuove partite Iva, il 3,3% in meno rispetto al 2015, quando era possibile scegliere tra il nuovo regime fiscale “forfettario” e quello “di vantaggio” (scelta non più consentita da gennaio 2016).

Il 71% delle partite Iva è stato aperto da persone fisiche, circa il 23% da società di capitali e solo il 5,3% da società di persone. Rispetto al 2015 solo le società di capitali mostrano un lieve aumento di avviamenti (+0,7%); per le persone fisiche e le società di persone gli avviamenti risultano in calo (rispettivamente -4,3% e -7,4%).

Le nuove aperture sono avvenute perlopiù al Nord (42,5%), per il 22,5% al Centro e  per circa il 35% al Sud ed Isole; rispetto al 2015 i maggiori incrementi si sono registrati in Basilicata (quasi il 20% in più), Molise (+11%) e Sardegna (+4,1%), le flessioni più significative inPuglia (-8,4%), Toscana (-5,6%) e Calabria (-5,4%).

Apre partita Iva anzitutto chi opera nel commercio (22,8% del totale delle nuove aperture), seguito da chi intraprende un’iniziativa nelle attività professionali (13,5%) e dall’agricoltura (11,5%). Rispetto al 2015 vi è stato un aumento consistente di aperture nel settore delle attività immobiliari (+10%) e incrementi più contenuti per le attività professionali (+2,7%) e l’istruzione (+1,4%). Le flessioni più significative hanno interessato i settori di servizi alle imprese (-11,3%), commercio (-7,3%) e attività manifatturiere (-7,2%).

E’ maschio il 62,6% dei nuovi titolari di partita Iva, mentre circa il 46% delle nuove partite IVA è stato avviato da giovani fino a 35 anni e il 34,5% da soggetti nella classe 36-50 anni. Il confronto con l’anno precedente mostra un calo di avviamenti per tutte le classi di età, in particolare per gli over 66 (-13,2%).

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