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Venerdì, 29 Marzo 2024
Asso di denari

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A cura di Carlo Sala

L’Italia? Per metà quasi tedesca, per il resto al livello della Grecia

L’Italia è per metà tedesca e per metà greca, secondo un’analisi dell’Ufficio studi della Cgia di Mestre.

Il Nord tiene il passo della Germania, il Sud va peggio della Grecia, che da oltre un decennio è stabilmente il fanalino di coda dell’Eurozona, stando a quanto emerge da una valutazione del Pil pro capite, del tasso di occupazione e di disoccupazione e del rischio di povertà o esclusione sociale in Italia in raffronto appunto con Germania e Grecia.

Al Sud ci sono 1,3 milioni di lavoratori in nero e sommerso per oltre 27 miliardi di euro. Secondo una elaborazione della Fondazione Leone Moressa, tra il 2008 e il 2017 il Mezzogiorno d’Italia ha perso 310.000 occupati e visto aumentare i disoccupati di 592mila unità (nello steso arco temporale, al Nord i posti di lavoro sono aumentati di 74mila unità, i senza lavoro di 413mila unità. I lavoratori in nero sono stimati dall’Istat in 776mila nel Nordovest e 517.400 nel Nordest.

Il Pil pro capite al Nord è di poco più di 4.300 euro inferiore a quello tedesco, al Sud è invece di oltre 2.000 euro inferiore a quello greco. Un cittadino del Settentrione dispone di oltre 15.600 euro all’anno in più rispetto a un connazionale che vive nel Meridione. Dal 2015, anno in cui la ripresa economica si è consolidata anche in Italia, il numero di cittadini del Mezzogiorno che per ragioni di lavoro ha raggiunto il Centronord è tornato a crescere, secondo quanto segnala Svimez: da poco più di 113mila nel 2015 a 157mila nel 2016 fino a quasi 145mila l’anno scorso

Il tasso di disoccupazione al Sud è però migliore di quello della Grecia: 19,4%  contro 21,5% . Il Nord Italia vede invece un tasso di occupazione di 10 punti inferiore rispetto alla Germania ed un tasso di disoccupazione quasi doppio (6,9% contro 3,8%).

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