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Venerdì, 29 Marzo 2024
Asso di denari

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A cura di Carlo Sala

Gli italiani che non cercano lavoro all’estero fanno i pendolari a Milano

Il rapporto ‘Il lavoro dove c’è. Un’analisi degli spostamenti per motivi di lavoro negli anni della crisi’ curato dall'Osservatorio statistico dei consulenti del lavoro ha misurato i flussi entro e oltre i confini nazionali legati alla ricerca di un lavoro. Dal 2008 al 2016 oltre 500mila italiani si sono trasferiti all’estero, puntando soprattutto sulla Germania, seguita da Regno Unito e Francia.

Negli stessi anni sono tornati a casa quasi 300mila stranieri, soprattutto provenienti dai Paesi dell’Est. Dal 2008 al 2015, oltre 380mila italiani hanno cambiato Regione, muovendosi dal Sud verso il Centro e il Nord Italiia. A muoversi sono stati soprattutto i lavoratori qualificati che vedono nella fuga dal Mezzogiorno la via migliore per guadagnare di più.

Cala ovunque il lavoro nel Comune dove si risiede: su 13 grandi Comuni con oltre 250mila abitanti solo Genova, Roma e Palermo superano il 90% di occupati tra i 15e i 64 anni che nel 2016 risultavano essere anche residenti in città. Un occupato ogni 10 lavora in una provincia diversa da quella di residenza e le possibilità occupazionali nelle 110 aree provinciali italiane si differenziano enormemente da Nord a Sud: il tasso di occupazione è infatti del 37% nella provincia di Reggio Calabria e del 72% nella provincia di Bolzano.

Milano è la capitale dei pendolari d’Italia, perché ben 6 delle principali 10 tratte pendolari del Paese hanno il capoluogo lombardo come punto di riferimento. Feeder di Milano, quanto a pendolari, è anzitutto la provincia di Monza e Brianza, da cui ogni giorno si muovono verso il capoluogo lombardo 118mila lavoratori, seguono le provincie di Vare e di Bergamo, con 59mila lavoratori e 48mila residenti che raggiungono abitualmente il capoluogo lombardo per motivi di lavoro.

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